Missioni Consolata - Marzo 2013

L a vicenda della seconda centrale costruita sul Nam Theun, affluente del Mekong, è a suo modo emble- matica della realtà laotiana. «Una nuova era di crescita, sviluppo e riduzione della po- vertà»: con queste parole il presidente della Banca asiatica per lo svi- luppo, Haruhiko Kuroda, aveva salutato nel marzo 2010 l'inaugurazione del maggior progetto idroelettrico finora avviato in Laos, quello di Nam Theun 2, con una capacità di 1.070 mW. Con un'avvertenza, oltre il trion- falismo d'occasione, che «l'importanza di questo progetto sull'economia laotiana non deve essere sopravvalutato». Ma nemmeno, avevano avvi- sato allora in molti, sottovalutato l'impatto sull'ambiente. Una cautela che gioca su due elementi. Dopo cinque anni di lavori e con un costo di ol- tre 1,2 miliardi di dollari, l'impianto ha cominciato a far affluire nelle casse statali i due miliardi di dollari previsti nei 25 anni di durata del con- tratto con un consorzio che include il governo laotiano, Electricité de France e L'Azienda elettrica di Stato thailandese. I risultati concreti su territorio e popolazioni non hanno finora costretto a un ripensamento consistente su NamTheun 2, ma restano forti le diffi- coltà da parte di osservatori indipendenti ad accedere a dati concreti in una regione sottoposta al controllo dei militari e delle milizie locali. Non diversa e se possibile ancora più consistente, la preoccupazione per la diga di Xayaburi che potrebbe cambiare il volto delle aree (49 km 2 ) di- rettamente interessate dai lavori prima e dalle conseguenze sul fiume dopo il 2019, data prevista per il completamento. A beneficiarne sarà so- prattutto la Thailandia, che vi ha investito 3,5 miliardi di dollari e che ha già acquistato il diritto di controllare l'intera produzione di energia elet- trica per lungo tempo a venire. Poche grandi dighe sono state contestate come questa, con un impegno massiccio di governi, Ong e movimenti ecologisti affinché il progetto restasse sulla carta. Invece, dopo diverse false partenze, dal 7 novembre 2012 i lavori sono cominciati in modo aperto e - molti temono - definitivo. Inutile l'opposizione di Vietnam e Cambogia che temono ripercussioni sulla vita delle loro popolazioni ri- vierasche e, in generale sulle loro economie. Inutili anche le proteste delle organizzazioni ambientaliste e dei pescatori sul lato thailandese del fiume che segna il confine per un lungo tratto. La produzione delle tur- bine, con una capacità complessiva di 1.285 megawatt, beneficerà il ten- tativo thailandese di mantenere la leadership economica regionale, no- nostante le evidenti difficoltà a perseguire integrazione regionale e glo- bale e coerenti politiche ambientali. Ste. Ve. Come accade in ogni parte del mondo, anche in Laos si litiga attorno alla costruzione delle dighe, opere di dubbia utilità generale ma di sicuro impatto ambientale. LAOS 22 MC MARZO 2013 determinante anche per i suoi rapporti sempre più stretti con l'Asean. Ricerca di sviluppo e manteni- mento degli equilibri ecologici, modernità e tradizione nei modi di vita, indipendenza e sempre maggiore influenza straniera, so- cialismo e rivendicazioni demo- cratiche... I dualismi profondi del Laos si estendono anche alle sue due maggiori città. Indaffarata e moderna, con più velleità che ec- cessi, la capitale Vientiane si af- faccia da una piana polverosa sulla riva del Mekong a fronteg- giare l'ingombrante vicino thai- landese. Città di templi e monu- menti, centro di una folta comu- nità monastica, Luang Prabang è sbocco sul grande fiume di co- munità contadine e tribali, che popolano le valli tra le montagne ricoperte di foresta. Tra i due estremi, un paese in bilico sul proprio futuro che a nuove strade di grande comunicazione, agli ae- roporti, allo sviluppo della propria compagnia Lao Aviation , alla co- struzione di nuovi ponti sul Mekong verso la Thailandia e a un network telefonico a banda larga attivo dal mese scorso af- fida qualcosa di più che la capa- cità di essere più coeso: soprat- tutto la possibilità di essere an- che economicamente più omoge- neo e coordinato, insieme più aperto e più competitivo verso l'esterno. MONACI E MONASTERI Il territorio laotiano costituisce una regione di transito, non sem- pre pacifico, di popolazioni. Un passaggio reso possibile da # Pagina a fianco : due giovani lavano un elefante nelle acque del Mekong. Il Mekong È SEMPRE UNA QUESTIONE DI DIGHE

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