Missioni Consolata - Marzo 2013

piú influenti del paese, legato anche al narcotraffico», continua la volontaria italiana. Miguel Fa- cussé comprò le terre dallo stato proprio in seguito alla Ley de modernización . Peró le associa- zioni contadine locali affermano che le terre in realtà furono ven- dute attraverso una procedura illegale e per sostenere la loro causa nel 2001 si organizzarono nel Movimiento unido campesino del Aguán (Muca). La zona del Bajo Aguan è consi- derata una zona di conflitto. Ciò risulta già evidente sulla strada per arrivare in questo territorio: vi sono moltissimi blocchi stra- dali dei militari, che fermano macchine, autobus, moto, ca- mion e controllano i documenti dei viaggiatori e il materiale che eventualmente viene traspor- tato. La lotta dei dipendenti e guardie dei proprietari terrieri contro i contadini è una lotta ar- mata, che ha visto molti morti da entrambe le parti. Un importante quotidiano nazionale afferma che ogni 16 giorni avviene una morte violenta. «Esercito e polizia non sono im- parziali custodi dell’ordine; ba- sta ascoltare cosa afferma il commissario responsabile dello sgombero: “Sono inutili gli sforzi che fanno i contadini; è un atteg- giamento irrazionale. Abbiamo una forza normale; puó essere che ci siano stati scontri da en- trambe le parti, è uno sgombero, non è una festa. E la loro presa di posizione è una stupidaggine, quindi noi la prossima volta non cercheremo il dialogo come stiamo facendo adesso. Se loro si credono forti, non hanno la minima idea di quanto siamo forti noi”» riporta Schieppati. Parole forti, di minaccia, che fanno capire quanto sia ardua la situazione. Un altro esempio del tutto di- verso, ma che riflette bene la realtà di un paese messo a di- sposizione di tutti tranne che dei suoi cittadini, è il progetto delle ciudad modelo (città modello). L’idea era di dare delle terre in concessione a un consorzio nor- damericano per la costruzione di città. Le ciudad modelo erano pensate come urbanizzazioni che potevano avvalersi di una le- gislazione a parte, indipendente da quella honduregna, essere esenti dalle tasse locali e avere una polizia propria. Le zone scelte erano aree stra- tegiche in quanto a locazione e risorse: uno sbocco sul mare, terre ricche di acqua e molto fer- tili, strade ben asfaltate. La pro- messa fatta alla gente era quella di centinaia di nuovi posti di la- voro. Il Congresso ha cercato di far approvare questo progetto, che però, grazie anche alla pres- sione di molte associazioni e HONDURAS 12 MC MARZO 2013 semplici cittadini, che ogni mer- coledì si riunivano per protestare contro questa proposta, alla fine è stato dichiarato incostituzio- nale. VIOLENZA EPIDEMICA Uno dei più grandi problemi del paese, che è andato esasperan- dosi negli ultimi anni, è il clima di violenza, dovuto al fatto che l’Honduras è diventato un’impor- tante via del traffico internazio- nale di droga, passaggio preferito dai narcotrafficanti che vengono dal Sud America e sono diretti negli Stati Uniti e in Canadà. Un dato su tutti: il tasso di omicidi è di 86,5 ogni 100 mila abitanti, uno dei più alti al mondo. Basti pensare che nel non lontano Co- sta Rica è di 10,3, in Italia di 1,1 e la media mondiale è di 8,8. La violenza ha varie cause, che possono essere identificate nella grande disuguaglianza all’in- terno della società e nella # A destra: manifestazione nel Bajo Aguán con fotografie di contadini uccisi dal golpe militare a oggi. # Sotto: Manuel Zelaya denuncia la cultura dell’impunità in Honduras nella conferenza sui diritti umani ad Aguán, e il presidente Lobo Sosa mentre firma un accordo tra i contadini dell’Agua ́ n e il governo. # Pagina accanto: sfilata di organiz- zazioni femminili e (in basso) mani- festazione del Frente nacional de resistencia popular (Fnrp) contro la violenza in Honduras.

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