Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2013
ricchezze per la preparazione di armi sempre nuove, diventa poi impossibile arrecare suffi- ciente rimedio alle miserie così grandi del mondo presente» ( Costituzione Pastorale Gau- dium et Spes , 81). Il disarmo è uno dei pilastri della nonviolenza, è una faccia della pace. Non è il semplice «non uso» degli armamenti, ma la loro «non costruzione», «non commercializzazione», il loro «non acquisto». Considerando i costi altissimi dell’industria delle armi e degli interventi militari non ci dob- biamo stupire se mancano le risorse per le politiche di pace (sociosanitarie, di coopera- zione internazionale, di assi- stenza…). I credenti e gli uomini e donne di buona volontà che hanno a cuore la pace non possono prescindere da un serio impe- gno per il disarmo. Molti sono i siti cattolici che trattano di questi argomenti, molte le campagne che pos- sono essere presentate ai gio- vani: paxchristi.it ; casaperla- pace.it ; controlarms.it ; ban- chearmate.it ; beati.eu . Chiara Viganò vengono da altre esperienze e percorrono altre strade che non sono le nostre. Dobbiamo eser- citarci all’ascolto, all’acco- glienza dell’altro e, quindi, a im- parare ad accettare il mistero e l’enigma di chi non conosciamo, di chi appare come l’estraneo e non lo straniero» (Enzo Bianchi). Nell’immaginario collettivo la parola «straniero» immediata- mente rimanda a qualcuno di un altro paese. Non siamo general- mente portati a pensare e a ri- conoscere noi stessi come stra- nieri per gli altri. In un incon- tro di persone non accade mai che ci sia un solo stra- niero, ce ne sono sempre almeno due, uno di fronte all’altro. Di fronte allo straniero la domanda «chi è l’al- tro?» si sdoppia subito nell’interrogativo «chi sono io?»: siamo così condotti alla consape- volezza che la «stranie- rità» è in noi e non fuori di noi. Occorre assumere davvero questa condizione di stranie- rità, affinché diventiamo capaci di ospitalità e accoglienza nei confronti degli altri. Saperci e sentirci tutti «stranieri» ci aiute- rebbe a cogliere l’altro nell’in- terezza e nella complessità della sua persona senza ridurlo alla «funzione» che occupa e ai problemi che la sua presenza comporta. Oggi la sfida per tutti noi è quella di sentirsi in comu- nione, di ascoltare e incontrare, di non escludere, di non essere arroganti e di non credersi auto- sufficienti. In questa sfida è grande la tentazione di conside- 70 amico GENNAIO-FEBBRAIO 2013 rare se stessi come «norma» e unica «verità» (testo libera- mente tratto da Enzo Bianchi, Con quella faccia da straniero , in «La Stampa», 8 febbraio 2003). Anche per questo tema propo- niamo sul nostro sito alcune at- tività d’immedesimazione nel- l’altro. PACE È… DISARMO «Si convincano gli uomini che la corsa agli armamenti, alla quale si rivolgono molte na- zioni, non è una via sicura per conservare saldamente la pace, né il cosiddetto equili- brio che ne risulta può essere considerato pace vera e sta- bile. Le cause di guerra, anzi- ché venire eliminate da tale corsa, minacciano piuttosto di aggravarsi gradatamente. E mentre si spendono enormi © Af.MC
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=