Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2013
sotto i ponti del pensiero politico non ha portato con sé intuizioni decisive, fatta eccezione per qualche elaborazione che ci ha messo a disposizione aggettivi (come il «liquido» e il «glocale» di Zygmunt Bauman) con cui de- finire in modo più immediato, quotidiano e fruibile i fenomeni contemporanei. Mentre l’analisi annaspa nella difficoltà di imma- ginare il domani, l’oggi ha visto realizzarsi le profezie nefaste dei primi anni Duemila: gli effetti de- vastanti della tracotanza della fi- nanza internazionale sono evi- denti a tutti. Questo rende ancora più urgente proporre soluzioni concrete che implicano una tra- duzione in linee d’azione di quella innata vocazione del cri- stianesimo al cambiamento che Dotolo sottolinea. Dalle idee ai fatti Ma tradurre in pratica le conclu- sioni teoriche è questione molto complicata; al forum Caritas è toccato ad Antonio Nanni (Centro di educazione alla mondialità - CEM) misurarsi con l’ingrato compito di definire il che fare. In un lungo intervento dal titolo «Educare alla cittadinanza glo- bale oggi, in tempo di crisi. Obiettivi, strumenti, linguaggio», Nanni ha descritto le difficoltà dell’azione educativa a partire dall’analisi della crisi in cui versa l’educazione stessa. Particolar- mente interessante la riflessione sui valori: appellarsi a essi, ha detto Nanni, è paradossalmente controproducente in un contesto tonio Sciortino, direttore di Fami- glia Cristiana , negli anni i rap- porti Caritas sui migranti sono stati fondamentali nel fare piazza pulita delle false informazioni e privare di fondamento tanti pre- giudizi sul fenomeno dell’immi- grazione in Italia. Semmai, ag- giunge Sciortino, rivolgendosi a chi fa informazione, è tempo di fare un passo oltre e di essere non più cronisti distaccati ed equidistanti, ma coinvolti ed «equivicini». Tanto più che il cristiano, ha ar- gomentato un altro dei relatori, Carmelo Dotolo della Pontificia Università Urbaniana, è in una posizione privilegiata per avvici- narsi a una realtà di crisi come quella di oggi: «Il cristianesimo», infatti, «è una religione della crisi»; vivere e produrre cambia- menti fa parte del suo Dna, e far teologia è anche lo sforzo, la fa- tica di mettere in relazione l’es- sere credenti con la realtà sto- rico-culturale in cui si vive, an- che quando questo significa es- sere contro-culturali. Un’analisi che annaspa Nel forum della Caritas, come in quello di Milano, non ci sono state grosse novità per quanto ri- guarda l’analisi della globalità e del fenomeno della globalizza- zione: dai tempi di Dueling Glo- balizations , il celebre botta e ri- sposta fra il direttore di Le Monde Diplomatique , Ignacio Ra- monet, e l’editorialista del New York Times , Thomas Friedman - era il 1999 -, l’acqua passata come quello contemporaneo, perché aumenta la frammenta- zione invece di diminuirla. Come se l’appello ai valori, un tempo potente magnete in grado di at- trarre o respingere (e quindi rior- dinare) fenomeni, eventi e gruppi umani, avesse perso il suo po- tere su una realtà che non reagi- sce più, o reagisce solo in parte. Quell’appello non più un agente ordinatore ma un’ulteriore spinta alla separazione. Nanni ha poi indicato una serie di obiettivi - formulazione di un nuovo pensiero, solidarietà e giu- stizia sociale, integrazione, par- tecipazione, global governance - e proposto una vera e propria «cassetta degli attrezzi» per rag- giungerli. Fra gli strumenti, la Tobin Tax , la promozione del servizio civile volontario, la par- tecipazione ai Gruppi di acquisto solidale (Gas), la definizione e la difesa dei beni comuni, la diffu- sione dei contenuti di diversi do- cumenti di riferimento (racco- mandazioni del Parlamento eu- ropeo, documentari sull’integra- zione, testi del Pontificio Consi- glio della Giustizia e della Pace, eccetera), la predisposizione di eventi e spazi di condivisione come le feste dei popoli e i centri Cooperando… 56 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2013
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