Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2013

giorno ha passato diverse ore nella quiete silenziosa della nuova bellissima chiesa co- struita con pazienza certosina. L’impresa che lo vede lottare da mezzo secolo lo sta consu- mando. Ma non demorde. Lo spinge un’indistruttibile fiducia nella Divina Provvidenza. Quella stessa fede che tanti anni fa gli fece dire sì al vescovo che gli chiedeva acqua per i piccoli po- liomielitici di Tuuru nonostante non avesse la minima idea di dove trovarla e con essa i soldi necessari. E il grande amore per la gente del Nyambene, la sua gente, con cui ha condiviso gioie e dolori, fatiche e speranze, falli- menti e grandi risultati realiz- zando insieme, colpo di machete dopo colpo, zappata dopo zap- pata, badilata dopo badilata, scarriolata dopo scarriolata un’opera titanica di grande im- patto umano e ambientale che ha cambiato la vita di un’intera regione. Vuoi dare una mano? Gigi Anataloni 1. Rimando a MC settembre 2010, pp. 17- 32 e MC febbraio 2008, pp. 10-15 per una documentazione più ampia su fratel Argese e il progetto dell’acquedotto di Tuuru. Cerca «Argese» nel nostro sito, www.rivistamissioniconsolata.it . MC ARTICOLI # Pagina precedente: gennaio 2012, in foresta con fr. Giuseppe e il piccolo Raimondo, figlio della cuoca. # In queste pagine, in senso an- tiorario: il verde laghetto della diga n. 1; l’azzurro della diga n. 2; fr. Argese si avvicina al luogo dove si sta costruendo la diga n. 3, sullo sfondo si vedono i lavori in corso e l’acqua che già occupa la parte più bassa dell’invaso; lo squarcio nella diga nel punto in cui la violenza dell’acqua ha spazzato via tutto lo sbarramento costruito in oltre un anno di lavoro ma non ancora completato e stabilizzato.

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=