Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2013

telly è stata da lui nominata a presiedere una commissione di cui fanno parte rappresentanti di ministeri. Il figlio è responsabile di una struttura al di sopra del ministero della Gioventù e dello Sport e gestisce un programma di realizzazione di stadi o spazi sportivi nel paese, con molti fondi a disposizione. Mentre il ministero non ha alcun controllo su questo. Criticare Martelly, o rifiutare la sua pratica politica, non vuole però necessariamente dire che si sceglie un’opzione in linea con la rivolta del 1986 (quando fu cacciato Duvalier, ndr ) e la partecipazione popolare alla democrazia. Nel movimento sociale c’è molta gente critica verso Martelly. Un certo numero di associazioni vogliono rompere con tutte le esperienze di autori- tarismo che lui rappresenta, al- tre no. Chi porta avanti questo discorso sono piccole organizza- zioni che non hanno ancora un rapporto di forza favorevole a li- vello del paese. Possono avere un’alternativa da proporre, ma non hanno peso per farla valere. Ad esempio sono nati due piccoli partiti della sinistra popolare e democratica». HAITI 26 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2013 Allora cosa stanno facendo i partiti politici di opposizione? «Oggi c’è un insieme di dodici partiti, alcuni storici e due na- scenti, che hanno fatto una con- venzione e stanno portando avanti una riflessione su come fare opposizione. Ci sono dentro anche i partiti degli ex presidenti Aristide ( Fanmi Lavalas ) e Préval ( Inite ). L’altro partito storico, l’Opl (Organizzazione del popolo in lotta) non ne vuole far parte perché è molto critico con que- ste ultime due formazioni. Sta puntando su una “terza via”. Ri- cordiamo che Martelly ha po- chissimi deputati dalla sua parte. Ha inoltre fondato un suo partito: Parti tet kale (partito te- sta pelata, ndr )». Che peso ha nel gioco politico la comunità internazionale? «Alla comunità internazionale fa comodo la situazione attuale. Non vuole problemi: meglio con- solidare quello che c’è fino alle prossime elezioni presidenziali. Martelly afferma che non ha paura di un colpo di stato perché la comunità internazionale è presente e sorveglia la situa- zione attraverso la Minustah (Missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione di Haiti, com- posta da circa 10.000 uomini tra soldati e poliziotti, ndr ). L’Onu la- scia capire che hanno bisogno di altri 4-5 anni affinché sia for- # A fianco : manifestazioni contro il carovita. I manifestanti chiedono le dimissioni di Martelly, mostrando il «cartellino rosso», Port-au-Prince, 30 settembre 2012. # Sotto : manifestazioni contro la corruzione in capitale. Nel cartello si fa riferimento a un caso di rapimento che vede il possibile coinvolgimento del figlio del presidente. # Pagina a fianco : Michel Martelly in visita in Vaticano il 22 novembre scorso. © Thony Belizaire / AFP © Thony Belizaire / AFP

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