Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2013
# A sinistra : il giornalista Gotson Pierre, in visita in Italia nel novembre 2012. # Pagina a fianco : Bill e Hillary Clinton alla grande cerimonia di inaugurazione del parco industriale Caracol, il 22 ottobre 2012. AGOSTO-SETTEMBRE 2011 MC 25 governo. Il potere concede inter- viste a media selezionati. Un’amministrazione che pare voler comunicare con il pubblico attraverso i media, ma allo stesso tempo limita l’accesso dei giornalisti all’informazione. È una comunicazione persua- siva, per dire “vedete che le cose stanno cambiando”. Martellano su alcuni concetti: siamo molto vicini alla propaganda. Si avvalgono di compagnie pri- vate di comunicazione. La so- cietà spagnola che ha gestito la campagna elettorale di Martelly è ora al servizio della presi- denza, e ha messo un esperto latino americano a capo della comunicazione». E dal punto di vista politico? «Non è cambiato nulla in realtà. È un presidente che non vuole negoziare con nessuno, si vuole imporre, anche se non ha i rap- porti di forza che gli servireb- bero. Non ha i numeri in Parla- mento dove è in larga mino- ranza. Martelly spinge l’autorita- rismo a un livello visto solo sotto la dittatura militare. Lui parte dal principio che il pre- sidente può fare quello che vuole: è la concezione del capo supremo della nazione, la stessa che avevano i Duvalier (padre e figlio dittatori sanguinari dal ’57 all’86, ndr ). Per lui il presidente è a capo di tutti i poteri. Il princi- pio di separazione tra esecutivo, legislativo e giudiziario non esi- ste. Pensa di avere potere su tutto quello che succede ad Haiti e vuole imporre le sue decisioni. Ha ricevuto le organizzazioni dei media per dire loro cosa devono fare. Ma il Parlamento non ci sta e questo porta sempre a un braccio di ferro, a un blocco isti- tuzionale. Talvolta si risolve al- l’ultimo momento per le pres- sioni della comunità internazio- nale o arriva a crisi di governo. È successo così con le due nomine dei primi ministri. Oggi c’è in gioco la formazione del Consiglio elettorale perma- nente (Cep), organo che orga- nizza le elezioni e starà in carica nove anni. Influenzerà quindi la dirigenza politica delle prossime due legislature. Ma i parlamentari vogliono far valere il fatto che oggi il Senato non può scegliere i membri del Cep perché la Costituzione vuole due terzi dei senatori presenti, ma oggi la camera alta ha un terzo scaduto, quindi è impossi- bile avere il quorum . Occorre fare un Consiglio eletto- rale provvisorio per completare il Parlamento con elezioni e poi passare al permanente. Il presidente ha influenzato il po- tere giudiziario imponendo la sua volontà, per la scelta di tre membri per il Cep, poi Martelly ha scelto altri tre membri, come esecutivo. In questo modo ha imposto un consiglio di sei membri, e gli ha fatto prendere funzioni ufficialmente. Ma la Co- stituzione ne prevede nove: mancano quelli nominati dal le- gislativo». C’è un ritardo sulle elezioni? «Le elezioni senatoriali e muni- cipali sono in ritardo di almeno un anno. E non si sa cosa succe- derà, perché non si trova una so- luzione. È uno stile di funzionamento poli- tico che non vuole chiarire le cose, tanto meno rinforzare le istituzioni. Si pensava che fosse incapacità, ma ora alcuni osser- vatori dicono ci sia dietro una strategia. Ad esempio qualcuno ha paura di una volontà di scio- gliere il Parlamento. I mandati dei parlamentari vanno verso la fine, rimanderà ancora le elezioni? È un male minore per Martelly. Sono a rischio anche il decentra- mento e l’autonomia dei poteri locali. I sindaci hanno terminato il loro mandato, e malgrado avesse promesso di mantenerli fino alle prossime elezioni, il presidente li ha rimpiazzati con persone nominate dall’esecutivo. Sta centralizzando il potere. Il processo democratico è seria- mente minacciato da questi comportamenti. Non riconosce le organizzazioni politiche e non incoraggia la strutturazione poli- tica. È piuttosto il clientelismo che aumenta. Se non sei con lui, sei un nemico della patria, come con il fascismo». Ma esiste una vera opposizione e da chi è costituita? «C’è un’opposizione che si mo- stra sempre più. Una critica al- l’azione del governo. Ma la strut- turazione e l’organizzazione di questa opposizione è ancora da farsi nonostante esistano attori sociali capaci di condurre un in- sieme di azioni. Le debolezze e le derive di Mar- telly hanno alimentato l’opposi- zione e abbiamo visto una serie di manifestazioni di protesta, con partecipazione di organizzazioni della società civile e di partiti po- litici. Criticano questo approccio politico e la gestione della cosa pubblica. Il cattivo uso dei fondi pubblici è evidente anche per il posto occupato dalla sua fami- glia nella macchina amministra- tiva. Normalmente la moglie del presidente non occupa delle fun- zioni. Invece la moglie di Mar- GENNAI -F BBRAIO 13 MC ARTICOLI © Marco Bello
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