Missioni Consolata - Dicembre 2012
«V engo in Libano… e idealmente in tutti i paesi del Medio Oriente come pel- legrino di pace, come amico di Dio e amico di tutti gli abitanti di tutti i paesi della regione, qua- lunque sia la loro appartenenza e il loro credo. Anche a loro Cri- sto dice: Salàmi o-tikum , vi do la mia pace». Con queste parole Benedetto XVI ha salutato le au- torità civili e religiose che lo hanno accolto all’aeroporto di Beirut il 14 settembre scorso. L’espressione evangelica, in arabo, ripetuta più volte in quasi tutti i suoi discorsi, ha scandito come un mantra tutta la visita di Benedetto XVI al Paese dei cedri. PERCHÉ IL LIBANO? È stata una visita «sotto il segno della pace» come il Papa stesso aveva annunciato domenica 9 settembre durante l’ Angelus . Una visita coraggiosa, la più dif- ficile del suo pontificato, a causa dell’alta tensione vissuta in tutta l’area circostante, martoriata dalla guerra civile in Siria e da manifestazioni di violenza contro il film su Maometto in molti altri paesi arabi. Anziché scorag- giarlo, tali situazioni hanno reso più tenace il desiderio del Papa di compiere tale viaggio. L’accoglienza è stata grandiosa, con la città di Beirut imbandie- rata e tappezzata di manifesti e megaschermi che proiettavano la faccia del Papa a grandezza spropositata; è stata soprattutto un’accoglienza gioiosa, con grande partecipazione di giovani, sia all’incontro a loro dedicato del sabato pomeriggio che alla messa domenicale. E poi le strade affollatissime, quando Benedetto XVI si è recato dal LIBANO DI BENEDETTO BELLESI VIAGGIO DI BENEDETTO XVI IN LIBANO «SALÀMI O-T I KUM» «VI DO LA MIA PACE» Dal 14 al 16 settembre scorso Benedetto XVI ha visitato il Libano; ol- tre a firmare e conse- gnare alle Chiese locali l’esortazione post-si- nodale Ecclesia in Me- dio Oriente e incorag- giare i fedeli cattolici a perseverare nella loro testimonianza di fede, il papa ha chiamato tutti, cristiani e musul- mani, a sradicare il fondamentalismo reli- gioso, a rispettare la persona umana e i suoi diritti, a costruire in- sieme una società li- bera e umana. © Anna Pozzi
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