Missioni Consolata - Dicembre 2012
Andris Piebalgs, l’amministra- tore delegato dell’Eni Paolo Sca- roni, il presidente del Burkina Faso Blaise Compaoré, e, nella seconda giornata, l’onorevole Emma Bonino e il segretario ge- nerale della Cisl Raffaele Bo- nanni. Da questo punto di vista, l’obiet- tivo del forum è stato raggiunto: l’evento ha occupato in quei giorni spazi di primo piano nei te- legiornali, anche se vale la pena di rilevare che in alcuni casi a farla da padrone nei notiziari sono state le dichiarazioni del premier, che parevano smentire l’ipotesi di un suo ulteriore coin- volgimento nel governo del Paese dopo le prossime elezioni più che il forum in sé. Chi si aspettava decisioni o svolte concrete, dun- que, è rimasto inevitabilmente deluso, fatto salvo l’auspicio espresso dal ministro delle fi- nanze Vittorio Grilli di poter pro- L’obiettivo del forum era dichia- ratamente quello di «fare incon- trare tutti gli individui e gruppi che vogliono e pensano che la cooperazione internazionale sia una parte dell’identità del nostro Paese», per far sì che questa identità venisse raccontata dai suoi stessi attori e portata alla ri- balta attraverso un’esposizione mediatica che questo settore in genere guadagna solo di conse- guenza a momenti di crisi come i rapimenti dei cooperanti o le ca- tastrofi umanitarie. A garantire l’esposizione media- tica è stata principalmente la presenza di un parterre capace di catalizzare l’interesse dei me- dia: al forum hanno infatti parte- cipato cinque ministri dell’at- tuale governo, compreso il pre- mier Mario Monti, diverse perso- nalità di spicco come il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il com- missario europeo per lo sviluppo cedere a un aumento dei fondi destinati alla cooperazione fin dalla presentazione della legge di stabilità. Chi, invece, ha visto nel forum uno strumento attraverso cui almeno riaprire un dibattito affossato da anni ha lasciato Mi- lano relativamente soddisfatto. Come si è arrivati al forum Una delle novità introdotte dal governo Monti è stata quella del- l’istituzione di un ministero (senza portafoglio) per la coope- razione internazionale e integra- zione. Il dicastero, affidato ad An- drea Riccardi, professore di sto- ria contemporanea e fondatore della Comunità di Sant’Egidio, si è posto fin da subito, almeno nelle intenzioni, come un segno d’inversione di tendenza rispetto alle scelte del governo prece- dente, il quale, ben lontano dall’i- stituire un ministero dedicato a questo tema, aveva invece pro- gressivamente tagliato i fondi per la cooperazione allo sviluppo fino a ridurli allo 0,19% del Pil, contro lo 0,5% della media europea. Negli stessi anni, inoltre, l’Italia è venuta meno agli impegni econo- mici assunti in diverse sedi inter- nazionali come il Fondo Globale per la lotta all’HIV, Aids e Mala- ria, smettendo quindi di contri- buire alla lotta a queste tre ma- lattie e perdendo così peso e cre- dibilità internazionale. L’idea del forum è stata lanciata lo scorso maggio dal ministero della cooperazione; sono seguiti mesi di intenso lavoro preparato- rio, durante il quale dieci gruppi tematici composti da una ventina di persone ciascuno hanno svi- scerato i nodi principali che la cooperazione si trova oggi ad af- frontare: si è discusso di risorse economiche, priorità geografi- che, riforma della legge 49/87 che regola la cooperazione allo sviluppo, rapporto fra pubblico e privato, coinvolgimento dei citta- dini. DICEMBRE 2012 MC 73 MC RUBRICHE # Pagina a sinistra: uno dei panel di approfondimento dei temi trattati al forum per la cooperazione interna- zionale. Qui a sinistra: il premier Mario Monti parla al forum sulla Cooperazione. Sotto: il ministro per la cooperazione e l’integrazione Andrea Riccardi.
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