Missioni Consolata - Dicembre 2012

gli islamisti di Al Shabaab dal- l’ottobre 2011 ( vedi MC novem- bre 2012 ), il monsignore si fa scuro: «Attaccano per rappresa- glia dove si radunano molte per- sone: chiese, posti di polizia, mercati. Per andare a messa, adesso vieni perquisito. Ma a che serve, se basta buttare una gra- nata dalla finestra per fare una strage? Il cardinale John Njue ha detto che non si tratta di una guerra di religione. E la stessa cosa la dicono i musulmani ke- niani. Al Shabaab invece vor- rebbe renderla tale». ELEZIONI IN ARRIVO Un altro spettro che preoccupa il prelato sono le elezioni politiche, in arrivo in primavera 2013. Le ultime, a fine 2007, avevano creato una crisi con oltre 1.200 morti e mezzo milione di sfollati. ( vedi MC marzo 2008 ). «I politici predicano contro il tribalismo. Ma dietro hanno il loro clan, la loro gente. Tutti parlano bene: “scegliete leader al di sopra delle parti”, che abbiano una vi- sione a livello di intero paese». È stata fatta una nuova Costitu- zione, buona a livello teorico, con la rappresentanza delle donne, di tutte le tribù o etnie, delle mi- noranze. Con il decentramento del potere amministrativo. «Ma il pericolo del tribalismo rimane forte», assicura monsignor Pante. «”Cambiare la Costitu- zione è relativamente facile, ma cambiare la testa della gente è molto più difficile”, ci disse un parlamentare cattolico in un in- contro con i vescovi. La cultura del nepotismo, arrivismo e triba- lismo rimane la stessa». E la chiesa ha un ruolo impor- tante da giocare in questo cam- biamento di mentalità. «C’è un lavoro di sensibilizzazione e for- mazione delle coscienze che si sta facendo nelle varie diocesi, sia come chiesa cattolica sia come altre chiese. Proprio in questi giorni c’è stato un “incon- tro di pace” nello stadio di Mara- lal, organizzato da tutte le reli- gioni, con la presenza dei vari leader religiosi, compresi i mu- sulmani. Hanno pregato affinché le elezioni siano pacifiche, non come quelle di cinque anni fa». UNA CHIESA PIENA DI ENERGIA Monsignor Pante pensa alla sua diocesi e guarda avanti. «Un’al- tra cosa che vogliamo fare è ri- durre la dipendenza della nostra chiesa dall’estero anche a livello finanziario. Vorrei creare la mentalità che la chiesa siamo noi, i cristiani, e che dobbiamo contribuire affinché i servizi per tutti funzionino. Forse quando ci sarà un vescovo africano, mio successore, sarà più facile». E continua, lanciando anche una sfida all’Europa: «La chiesa afri- cana è giovane, e, si sa, i giovani fanno i loro sbagli. Ma sono il fu- turo. Quindi c’è speranza, c’è movimento, c’è energia! Qui in Italia la chiesa è sconcer- tante, le messe sono poco parte- cipate. In Africa le chiese sono troppo piccole per accogliere tutti i fedeli. Nella cattedrale devo fare tre messe! Anche le vocazioni stanno aumentando e i sacerdoti crescendo. Avremo ve- scovi, cardinali, papi africani. È questo il bello della chiesa mis- sionaria universale». Quindi, se- condo il monsignore: «Il futuro è nero, nel senso positivo». Marco Bello MC ARTICOLI IL GOVERNO E I VICINI SCOMODI E il governo in tutto questo? «Si può dire che siamo di fronte a un’aberrazione per cui i cittadini hanno più armi della polizia. Così i poliziotti hanno paura a inseguire i ladri di bestiame, perché ri- schiano grosso. Inoltre c’è man- canza di strade e questo rende ancora più difficile gli insegui- menti e stanare i banditi». Esi- stono infatti valli inaccessibili, dove i razziatori si nascondono, mentre il governo non fa nulla per togliere queste zone dall’isola- mento. Ed è proprio la costru- zione di strade che monsignor Pante aveva suggerito, una volta interpellato come vescovo della zona, all’allora (2005-2007) mini- stro della sicurezza John Mi- chuki: «Non fate queste campa- gne per togliere le armi, che poi vi consegnano solo quelle vec- chie, costruite strade e servizi per la popolazione nelle zone più remote». Ma nulla è stato fatto in questo senso. Parlando dell’influenza della confinante Somalia, dove l’eser- cito del Kenya è presente contro

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