Missioni Consolata - Dicembre 2012
IN ARGENTINA Il Natale, in prigione, è il giorno più lacerante. Tutti pensano alla famiglia, agli amici, al momento della fe- sta. Si sentono i mortaretti, gli scoppi, si immagina la gioia. Ci dicevamo: «Natale è un giorno come gli altri. Sono ventiquattro ore, come gli altri giorni, bisogna solo la- sciarle scorrere». Difatti, verso sera, passato il rumore di fuori, ci guar- davamo e ci dicevamo: «Hai visto? È già passato». ( dai ricordi personali ) IN COLOMBIA La celebrazione della Novena di Natale, qui sì, era po- polare. La cosa più inutile era fare la Novena dei bam- bini al pomeriggio perché poi, a quella degli adulti i piccoli arrivavano lo stesso. Ci sono delle preghiere antiche, scritte in uno spagnolo arcaico, ma abbon- dano soprattutto i canti, così tradizionali che, di anno in anno, anche se lunghissimi, restano stampati nella memoria di tutti. La baraonda è piacevole. Ci si vuole bene, si sta appic- cicati, guardando un presepe dove, accanto alle im- magini sacre, sono presenti anche delle figurine, dei pupazzetti, delle bamboline, barchette e carri armati e palloni… tutto quello che si ha in casa. Anche Gesù Bambino vuole giocare con i nostri gio- cattoli. Peccato che la Novena sia già finita. Dovrebbe durare almeno un mese. ( da Gianfranco Testa, E poi soltanto un uomo , Araba Fenice editore, Boves 2011, pag. 209-210 ) IN NICARAGUA Dopo tanta festa per l’Immacolata, il Natale non ha la Novena, ma solo la Messa di mezzanotte e poi di giorno, come tutte le domeniche. Un anno, d’accordo con i giovani, organizzammo una caccia al tesoro. Bisognava trovare il Bambino Gesù. Non erano molto abituati a questo gioco, ma dopo un po’ si appassionarono tantissimo. Gruppi che corre- vano a destra, altri a sinistra per le strade del paese. Nessuno andò a casa per il pranzo. Passavano le ore e il Bambino non si trovava. I fo- glietti con le indicazioni a volte erano oscuri come de- gli indovinelli, a volte presentavano dei problemi senza soluzione. Gli adulti non capivano granché di che cosa stesse succedendo. Finalmente, ecco l’ultimo messaggio. Quasi allo stesso tempo i tre gruppi individuarono il luogo. Gesù Bam- bino era nascosto nella casa più povera del paese, dalle due vecchiette che sempre salvavano il limone dolce per il padre. Lo lasciammo là. Verso mezzanotte con candele accese, lumi a petrolio o delle semplici torce elettriche andammo in quella casa in processione. Quasi non ce lo volevano resti- tuire. Si erano già un po’ affezionate. Avere Gesù in casa! In processione tornammo al tempio. A volte l’ispirazione gioca un brutto scherzo e mi venne da vedere tutto questo non come un gioco, ma come una catechesi. Avete visto? Non è la Chiesa che dà Gesù ai poveri, ma sono stati i poveri che hanno offerto Gesù alla Chiesa. È proprio vero: i pastori, che al tempio non ci anda- vano granché, i magi, pagani, che trafficavano con arti proibite dalla Bibbia… Sono i primi che hanno scoperto Gesù. Allora come adesso. E poi Giuseppe e Maria di Nazaret. ( da Gianfranco Testa, E poi soltanto un uomo , Araba Fenice editore, Boves 2011, pag.125-126 ) EVOCANDO NATALI IN ALTRE TERRE NATALE IN TRE TEMPI T ESTO E FOTO DI G IANFRANCO T ESTA Padre Gianfranco Testa, missionario della Consolata, ci manda tre piccole e sugge- stive «storie» di Natale tratte dai suoi vissuti in diversi paesi dell’America Latina. OSSIER 48 MC DICEMBRE 2012
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