Missioni Consolata - Dicembre 2012

Passano due anni, nella stessa città e nella stessa via, il secondo caso documentato: a bruciare vivo è Phuntsog, un altro giovane lama di soli diciannove anni. Il giorno scelto per il gesto è il 16 marzo, in coincidenza con l’anniversario della repressione della rivolta in Ngapa, tra le più crude fra quelle documentate nel 2008. Con l’inter- vento dei militari il ragazzo viene colpito a più riprese. Il caso fa molto scalpore poiché viene se- guito da altre proteste, represse - secondo fonti tibetane - in modo fe- roce e seguite da condanne molto pesanti. Phuntsog viene dichiarato deceduto il giorno stesso, a causa delle ferite riportate. Da allora altri 54 casi in circa un anno hanno confermato l’immola- zione come pratica di protesta sempre più comune. Spesso le fa- miglie non hanno avuto neppure la possibilità di riavere indietro la salma per compiere riti funerari secondo la tradizione tibetana; in alcuni casi i monaci che hanno ce- lebrato i funerali sono stati arre- stati. Luogo simbolo della protesta resta Ngapa, con la sua centrale Qiatang Street, teatro della mag- DICEMBRE 2012 MC 23 MC ARTICOLI Le crude statistiche dell’«autoimmolazione» NUMERI DI FUOCO L ’ autoimmolazione per prote- sta non è comparsa in Tibet in questi anni. Anche du- rante i disordini del 1987-1989, al- cuni reporter occidentali avevano testimoniato la presenza di mo- naci che, durante le manifesta- zioni, si erano sacrificati appic- cando il fuoco sui propri corpi. At- tualmente, dal mese di febbraio 2009 alla fine di ottobre 2012, 67 ti- betani si sono dati alle fiamme in segno di protesta. Nel 2009 si conta 1 vittima, il 2011 si è chiuso con 14 immolazioni, mentre nel 2012 finora ci sono stati ben 52 casi. Tra le 67 vittime 54 sono de- cedute, 6 sono sopravvissute al prezzo di danni irreversibili, men- tre di 7 non si hanno più notizie in seguito all’intervento dei militari cinesi. La composizione è eteroge- nea: 58 uomini e 9 donne, la mag- gioranza monaci, monache o ex monaci espulsi dai monasteri di appartenenza in seguito alla cam- pagna di rettificazione di Pechino. Ma ci sono anche contadini, pa- stori, studenti e persino un’im- prenditrice e uno scrittore. Anche la mappa delle immolazioni è molto variegata: la maggioranza è avvenuta nella regione dell’Amdo (ben 27 casi si contano nella con- tea autonoma a maggioranza tibe- tana e qiang di Ngapa), nelle con- tee di Dzhamthang, Barkham, Ma- chu, Tsö, Sangchu, Dharlak, Th- rindu, Kyegundo, Rebkong, Chäntsa e Themchen. Nella se- conda regione del Tibet orientale, il Kham, sono stati testimoniati 15 casi, nelle contee di Dhartsendo, Tau, Chamdo, Kandze, Thrindu, Kyegundo, Chamdo e Biru, mentre 2 immolazioni sono avvenute nel Tibet centrale (a Damzhung e Nyalam) e altre 3 al di fuori dei confini cinesi (2 in India e 1 in Ne- pal). Ma.C. al Tibet centrale e al Kham una delle tre grandi regioni geografi- che in cui è tradizionalmente diviso il Tibet) nel mese di febbraio, du- rante i festeggiamenti del Monlam , mentre la rivolta vera e propria scoppia definitivamente a Lhasa nel mese di marzo, in occasione della ricorrenza dell’esilio del Da- lai Lama. Nel marzo 2009, invece, si sarebbe sparsa la voce di un ap- pello al boicottaggio da parte dei tibetani dei festeggiamenti ufficiali per il capodanno, al fine di com- memorare i caduti dell’anno pre- cedente. È in questo contesto che il 27 febbraio del 2008, nella prefet- tura autonoma a maggioranza ti- betana e qiang di Ngapa (Aba in ci- nese, nell’odierna provincia del Si- chuan), Tapey, un giovane monaco di vent’anni, si dà fuoco in una delle vie della cittadina. Interven- gono soldati dell’esercito, che estinguono le fiamme; testimo- nianze di tibetani affermano che sia stato sparato anche un colpo sul corpo ferito, successivamente portato via dai militari. A distanza di più di tre anni non si sa ancora se il giovane sia sopravvissuto al suo gesto. # In alto : la drammatica immagine di un monaco ustionato dalle fiamme.

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