Missioni Consolata - Dicembre 2012
al Papa: «Incoraggiate i cristiani a rimanere in Libano, perché non esiste un Libano senza cri- stiani... Incoraggiate i cristiani a rimanere in Medio Oriente». L’incontro con le autorità civili è stato accompagnato da un gesto simbolico: insieme al presidente libanese, il Papa ha piantato un cedro, spiegando che esso è simbolo del «Paese e del suo de- stino, dei Libanesi e delle loro speranze, di tutte le persone di questa regione del mondo che sembra conoscere i dolori di un parto senza fine». Con una serie di domande retoriche, il Papa ha spiegato che Dio ha scelto il Li- bano per testimoniare ai paesi islamici e a tutto il mondo che è possibile vivere il desiderio di pace e di riconciliazione che il Signore stesso ha inscritto da sempre nel cuore dell’uomo. E ha continuato: «In Libano, cri- stianità e islam abitano lo stesso spazio da secoli. Non è raro ve- dere nella stessa famiglia en- trambe le religioni. Se in una stessa famiglia questo è possi- bile, perché non dovrebbe es- serlo a livello dell’intera società? La specificità del Medio Oriente consiste nella mescolanza seco- lare di componenti diverse». Lo stesso concetto il Papa ha ri- badito con forza nell’incontro con i giovani libanesi; ai cristiani ha detto: «Voi siete il Libano, terra di accoglienza, di convivenza, con questa capacità inaudita di adattamento...»; ai giovani mu- sulmani: «Voi siete con i giovani cristiani il futuro di questo mera- viglioso Paese e dell’insieme del Medio Oriente. Cercate di co- struirlo insieme! E quando sa- rete adulti, continuate a vivere la concordia nell’unità con i cri- stiani. Poiché la bellezza del Li- bano si trova in questa bella simbiosi. Bisogna che l’intero Medio Oriente, guardando voi, comprenda che i musulmani e i cristiani, l’Islam e il Cristiane- simo, possono vivere insieme senza odio, nel rispetto del credo di ciascuno, per costruire in- sieme una società libera e umana». SILENZIO DELLE ARMI, PACE DEI CUORI Nella giornata conclusiva del suo viaggio apostolico, nell’ome- lia pronunciata durante la cele- brazione dell’eucaristia davanti a una folla di oltre 350 mila cri- stiani, Benedetto XVI ha lanciato un ennesimo appello alla pace: «Prego il Signore di dare al Me- dio Oriente dei servitori della pace e della riconciliazione, per- ché tutti possano vivere pacifica- mente con dignità». Ancor più accorata è stata la sua preghiera all’ Angelus , guar- dando alla Siria, dove «il fragore delle armi continua a farsi sen- tire, come pure il grido delle ve- dove e degli orfani... Possa Dio concedere al Libano, alla Siria e al Medio Oriente la pace dei cuori, il silenzio delle armi e la cessazione di ogni violenza». E appellandosi alla comunità in- ternazionale e ai paesi arabi, il Papa ha ammonito: «Chi vuole costruire la pace deve smettere di vedere nell’altro un male da eliminare». Nel discorso finale all’aeroporto di Beirut il Papa ha così sintetiz- zato la sua visita: «Il mondo arabo e il mondo intero avranno visto, in questi tempi agitati, cri- stiani e musulmani riuniti per celebrare la pace». «Siamo consapevoli - gli ha ri- sposto il presidente libanese Mi- chel Sleiman - che lo sviluppo sia in Oriente che in Occidente, è possibile solo con la pace. Benedetto Bellesi 14 MC DICEMBRE 2012 LIBANO # Accanto: scuola cattolica a Mar Bahnam e ( sotto ) Università cattolica di Beirut, fondata e diretta dai Gesuiti. © Anna Pozzi © Anna Pozzi
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