Missioni Consolata - Novembre 2012

COREA DEL SUD TESTO E FOTO DI UGO POZZOLI INTERVISTA A PADRE TAMRAT DEFAR, ETIOPE, IMPEGNATO NELLA PASTORALE DEI MIGRANTI CONSOLAZIONE DI FRONTIERA Il problema dei mi- granti è una sfida per la chiesa sudcoreana, che si è mobilitata con impegno e creatività, servendosi di mediatori culturali. Molti di essi, provenienti da Viet- nam, Filippine, America Latina, Nigeria... sono cattolici. Tre missionari della Consolata si sono inseriti nelle attività pastorali tra i migranti a pochi chilometri dal confine fra le due Co- ree; uno di essi è padre Tamrat Defar, origina- rio dell’Etiopia: lo ab- biamo intervistato. 8 MC OVEM R 2012 # Uno sguardo sulla città di Tong-du-cheon dalla casa dei missionari della Consolata. T ong-du-cheon si estende come una cuspide alla pe- riferia Nord di Seoul. Schiacciata dal mare e dal grande afflusso di persone che vengono ormai da ogni dove, la grande metropoli sudcoreana cerca di espandersi come può, nel materno tentativo di ospitare quanta più gente possibile. Metà della popolazione della Corea del Sud vive infatti nella sua capitale e nelle città satellite che le fanno corona e che stanno esse stesse crescendo a dismisura. Tong-du-cheon, in realtà, ha una barriera naturale che ne impedi- sce uno sviluppo eccessivo. Si chiama Corea del Nord; la fron- tiera fra i due paesi si trova infatti soltanto a una ventina di chilo- metri dall’ultima stazione della linea 1 della metropolitana che serve Seoul e la sua immensa periferia. PERIFERIA MULTICULTURALE A protezione di queste terre, con- tro il «fratello-nemico» di sem- pre, c’è una base americana, una delle tante erette da Washington e che, assieme a molte altre basi coreane servono da scudo in que- sta zona calda del pianeta. La base di Tong-du-cheon dovrebbe dare sicurezza, ma in realtà dà soprattutto un colore diverso a questo luogo che, a tutti gli ef- fetti, sembra una porzione di Co- rea diversa. Ragazzoni con bra- che corte e cappellino con visiera si aggirano nei tempi liberi dal servizio per le strade di un quar- tiere dove negozi e botteghe hanno insegne in inglese; i locali servono una cucina meno tradi- zionale e le ragazze, sovente im- migrate da altri paesi, danno un tocco di internazionalità in più nell’esercizio dell’ entertainment business . Proprio gli immigrati sono una delle realtà più importanti della vita di questa zona. Vengono da varie parti del continente, in modo particolare da Vietnam, Cambogia e Thailandia, mentre alto è anche il numero dei Filip- pini. Si uniscono alla migrazione proveniente dalla vicina Cina che,

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