Missioni Consolata - Novembre 2012
religione diversa dall'Islam. La blasfemia contro l'interpreta- zione wahhabita dell'Islam sun- nita è punibile con la morte, an- che se la pena più comune è la condanna a lunghe detenzioni. In Sudan la costituzione ad interim e altre leggi e politiche preve- dono una certa libertà religiosa, tuttavia, apostasia, conversione dall'islam, bestemmia, e alcuni matrimoni interreligiosi sono proibiti. TRA DEMOCRAZIE DA CO- STRUIRE E LIBERTÀ NEGATE Pur leggendolo con le dovute cautele, il rapporto del Diparti- mento di Stato Usa è utile per avvalorare e aggiornare lo sce- nario dipinto dal Pew Forum di una regione in subbuglio nella quale i conflitti sociali, o militari, non fanno altro che peggiorare la condizione della libertà reli- giosa. «Nel 2011, - scrive il rapporto - […] nei paesi in transizione poli- tica, come la Tunisia, la Libia e l’Egitto, la popolazione ha fatto i primi passi di quello che proba- bilmente sarà un percorso diffi- cile verso la democrazia. In tempi di cambiamento, la situa- zione delle minoranze religiose viene alla ribalta. Alcuni membri della società che erano stati a lungo oppressi cercano ora una maggiore libertà e rispetto dei loro diritti, mentre altri temono che il passaggio da un regime a un altro possa nuocere ai propri interessi. Queste aspirazioni di- verse possono esacerbare le tensioni esistenti». LE LEGGI ANTI-BLASFEMIA Se il Pew Forum nella sua ana- lisi mette in evidenza un nesso di causa-effetto tra la presenza delle leggi su blasfemia, aposta- sia, e diffamazione della reli- gione e la limitazione della li- bertà di credo, l’ultimo rapporto del Dipartimento di Stato Usa sulla liberta religiosa nel mondo uscito nel luglio scorso con- ferma che i paesi in cui tali leggi sono in vigore hanno aumentato la loro applicazione durante il 2011. In Arabia Saudita è proibita la pratica pubblica di qualunque Il governo ad interim dell’Egitto, nel corso del 2011, ha comin- ciato a prendere provvedimenti verso una maggiore inclusività. Tuttavia, le tensioni e violenze sono aumentate nel corso del- l'anno, in particolare contro i cri- stiani copti dei quali si è regi- strata a inizio 2012 una mon- tante emigrazione. Durante il 2011, diversi governi dell’area, non distinguendo tra pratiche religiose pacifiche e at- tività criminali o terroristiche, hanno risposto ai conflitti legati alla cosiddetta «primavera araba» e ai gruppi considerati «estremisti e violenti» con limi- tazioni della libertà religiosa, contribuendo alla diffusione di sentimenti popolari d’intolle- ranza. In Bahrain, dove la minoranza sunnita, appoggiata dalla po- tente vicina Arabia saudita, gode uno status privilegiato, durante il 2011 il governo ha arrestato e detenuto diversi manifestanti, la maggior parte dei quali sciiti, che hanno visto demolire 53 delle loro strutture religiose. In Iraq, gli attacchi da parte di gruppi estremisti, e le violenze tra sunniti e sciiti, hanno avuto un impatto negativo sulla libertà religiosa di tutti i cittadini, e hanno contribuito alla partenza di un numero significativo di non-musulmani del paese, com- presi cristiani, Yezidi e Sabei- Mandei. In Siria i civili, in maggioranza sunniti, hanno subito violenze. Chiese e moschee sono state di- strutte in tutto il paese. La per- cezione popolare tende a fon- dere le brutalità del regime con una presunta violenza alawita ri- volta ai sunniti. Ciò ha portato a un aumento di tensione, violenza e uccisioni tra le due comunità. MA L’INTOLLERANZA NON HA L’ULTIMA PAROLA In uno scenario che ci è parso di dover dipingere necessaria- mente a tinte fosche non può mancare qualche accenno ai tentativi di miglioramento, anche autorevoli, che ci sono e che possono imprimere una dire- zione positiva all’andamento delle crisi in corso. Risale al gennaio scorso l’ema- nazione di un documento firmato NOVEMBRE 2012 MC 77 MC RUBRICHE # I militanti della Jihad islamica pregano durante una manifestazione a Gaza City. # Qui sotto : alzando la croce, donne cristiane protestano contro l’ucccisione di un manifestante cristiano durante alcuni scontri con la polizia del Cairo, Egitto. © R N © Suhair Karam / R N
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