Missioni Consolata - Novembre 2012
NOVEMBRE 2012 MC 71 Le cause sono molteplici. Una di esse è l’aumento delle terapie antibiotiche non mirate, che pos- sono avere creato una selezione o una mutazione dei ceppi respon- sabili in passato di altre malattie. Un’altra causa potrebbe essere la mobilità delle popolazioni. Basta pensare alla sifilide portata in Europa probabilmente dai mari- nai di Cristoforo Colombo e diffu- sasi con una prima epidemia a Napoli nel 1495, a seguito della discesa dell’esercito francese guidato dal re Carlo VIII. Il ritorno verso nord dell’esercito diffuse la malattia prima in tutta l’Italia e poi in tutta Europa, fino a giun- gere in Oriente. La malattia venne denominata ovunque «mal francese», tranne in Francia, dove venne chiamata invece «mal napolitain». Tra gli agenti respon- sabili delle nuove Mst sono stati individuati il Trichomonas vagina- lis , la Chlamydia trachomatis , il Mycoplasma spp , l’ Herpes sim- plex virus (Hsv) di tipo 1 e 2, una notevole varietà (oltre 100) di tipi di Papilloma virus umani (Hpv), i virus dell’epatite B e C, oltre a quello dell’Aids (Hiv). Al di là del quadro clinico presentato dalle singole Mst, più o meno grave a seconda del tipo (si va dalle per- dite mucose alle ulcere genitali, all’edema inguinale, al dolore in- tenso all’addome inferiore ed alle infezioni oculari neonatali), un aspetto molto preoccupante di queste malattie è rappresentato dalle loro conseguenze e compli- canze, che limitano fortemente la capacità riproduttiva. Tra queste ricordiamo la malattia infiamma- toria pelvica (Mip o Pid cioè « pel- vic inflammatory disease », vedi Glossario ), la sterilità tubarica, l’ipofertilità sia maschile che femminile, la gravidanza ectopica ( Glossario ), l’endometrite ( Glos- sario ) post-partum, il parto pre- termine, le stenosi uretrali, l’a- borto, la morte pre e perinatale, l’oftalmia neonatorum e la sifilide congenita, causata dalla trasmis- sione verticale da madre a feto. È perciò di importanza fondamen- tale prevenire l’insorgenza e la diffusione delle Mst, perché altri- menti aumenteranno sia il nu- mero dei malati, che quello delle persone sterili. Inoltre alcune di queste infezioni possono alla lunga causare l’insorgenza di tu- mori, come quello da Hpv, che è responsabile del carcinoma della cervice uterina, oppure le epatiti virali, che possono provocare l’e- patocarcinoma (o carcinoma del fegato). L’AVANZATA DEL CONDILOMA È evidente come le cure di queste malattie e delle loro complicanze possano incidere pesantemente sulle risorse finanziarie del Si- stema sanitario nazionale (ser- vono 400 euro a persona, in Italia, solo per curare la condilomatosi da Hpv, una delle manifestazioni meno gravi). Attualmente in Eu- ropa le Mst rappresentano le in- fezioni più diffuse dopo quelle re- spiratorie e sono tornate all’or- dine del giorno dei sistemi sani- tari europei a seguito dell’elevata incidenza nei nuovi paesi mem- bri, cioè quelli dell’ex blocco so- vietico. Secondo l’Ufficio regio- nale europeo dell’Oms, l’inci- denza delle Mst nei paesi dell’est europeo è mediamente 100 volte superiore a quella dei paesi occi- dentali (da 62,8-164,1 su 100.000 persone a 1,46 su 100.000). In Russia nel 1990 c’è stata un’epi- demia di sifilide, che ha iniziato a declinare solo nel 1998, ma che ha portato ad un aumento della sifilide congenita. Nei paesi occi- dentali, dagli anni ’70 al 2000, si è osservato un progressivo au- mento delle Mst virali, come le patologie da papilloma virus umano (Hpv), da Herpes simplex 1 e 2 (Hsv), da virus dell’immuno- deficienza umana, o Aids (Hiv) e delle epatiti B e C, mentre sono diminuiti i casi di Mst classiche di origine prevalentemente batte- rica (sifilide, gonorrea, linfogra- nuloma venereo, ulcera molle, granuloma inguinale). Tra le Mst virali, i condilomi acuminati (vedi Glossario ) da Hpv sono al primo posto per numero di visite e dia- gnosi. Si stima che 20 milioni di statunitensi abbiano già contratto questa infezione e che ogni anno vi siano 5 milioni di nuovi casi. La stessa situazione è presente in Europa, dove i condilomi acumi- nati rappresentano un terzo delle diagnosi di Mst. Se le Mst di prima generazione hanno presentato un progressivo calo fino al 2000, fin quasi a scomparire in Europa e negli Stati Uniti, dal 2000 in poi la si- tuazione si è ribaltata e attual- mente queste patologie mostrano nei paesi occidentali, Italia com- presa, una recrudescenza so- prattutto nelle grandi città metro- politane e tra le categorie di po- polazione a maggiore rischio di contagio, come gli omosessuali, chi fa sesso a pagamento ed i mi- granti. Queste attuali riemer- genze di patologie, che sembra- vano ormai debellate, sono corre- labili con i rapidi cambiamenti dei comportamenti sessuali, come un sempre maggiore ricorso a pratiche sessuali a rischio ed un sempre minore uso del preserva- tivo, anche tra gli individui porta- tori di Hiv conclamato ( Glossario ). Diversi studi hanno dimostrato che l’aumento della diffusione delle Mst è relazionabile con l’au- mento dei casi di Aids e, vice- versa, come i malati di Mst siano a maggiore rischio di contrarre anche l’Aids. I FATTORI DI RISCHIO I fattori di rischio per le Mst sono molteplici. Al primo posto c’è la promiscuità sessuale, cioè l’ele- vato numero di partners , soprat- tutto nei casi di rapporti occasio- nali. Abbiamo poi la coinfezione con Hiv, oppure una precedente storia di Mst. Sicuramente tra i fattori di rischio c’è un’informa- zione carente, che purtroppo ri- guarda fasce sempre più ampie di popolazione, nonché il mancato utilizzo di mezzi di barriera nei rapporti a rischio. Ci sono delle condizioni predispo- nenti alle Mst sia biologiche, che comportamentali. Tra le prime c’è la giovane età, in quanto i gio- vani hanno i tessuti genitali an- cora immaturi, quindi più ricettivi verso i patogeni, inoltre molto spesso non hanno ricevuto un’a- deguata educazione sanitaria, il che comporta un significativo calo della percezione del rischio d’infezione ed infine accedono poco ai servizi sanitari, per que- sto tipo di problemi. Le donne sono più suscettibili, per la com- plessità dell’apparato genitale femminile, nel quale i patogeni hanno una maggiore probabilità di stabilirsi. Infine sono a rischio di contrarre una Mst i soggetti che presentano uno stato di im- munodeficienza, prodotto - ad esempio - da tossicodipendenza MC RUBRICHE
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