Missioni Consolata - Novembre 2012
58 MC NOVEMBRE 2012 L i accusiamo di portarci via il lavoro o di aggravare i problemi sociali nel nostro paese, ma ignoriamo che spesso sono proprio loro a «darci il sangue» (e con esso, la vita) non solo per modo di dire, ma in senso letterale. In Italia, infatti, sono sempre più nume- rosi gli stranieri che si offrono volontari per le emodonazioni, fornendo un contributo prezioso e insostituibile all’approvvigio- namento di sangue, «perché spesso sono portatori di quei gruppi rari che da noi scarseg- giano, e perché i donatori immi- grati sono in genere giovani e in buone condizioni di salute, al di là di quanto comunemente si pensa». Ce lo spiega Annamaria Fantauzzi, docente di Antropolo- gia culturale e medica all’Uni- versità di Torino e responsabile dell’«Osservatorio nazionale per la cultura del sangue» dell’Avis, che di recente ha pubblicato « Sangue migrante. Pratiche e culture dell’emodonazione tra il Marocco e l’Italia » (Franco An- geli editore, 2012). Il libro prende l’avvio da un’e- ITALIA DI STEFANIA GARINI IMMIGRAZIONE: UNA «FACCIA» SCONOSCIUTA CI DANNO IL SANGUE Sono tante le defini- zioni - la stragrande maggioranza offensive e xenofobe - che gli italiani danno degli im- migrati. In questo arti- colo raccontiamo una faccia sconosciuta del- l’immigrazione: una ri- cerca universitaria ha evidenziato che, tra gli stranieri, sono sempre di più i donatori di san- gue. Si calcola che oggi, in Italia, circa il 4% delle donazioni di sangue provengano da- gli immigrati. Un atto di generosità che, in que- sto caso, implica molte altre cose.
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