Missioni Consolata - Novembre 2012

NOVEMBRE 2012 MC 55 MC ARTICOLI All’uscita dei bagni incontriamo una donna jamamadi che ha in braccio una bella bambina dagli occhi grandissimi. La donna è riservata, ma interpellata ci spiega che è venuta qui perché la sua piccola era denutrita. Ora, per fortuna, si è ri- presa e sta molto meglio. Un altro indigeno ci chiama per raccontarci di suo padre Francisco Carlos, costretto a letto da sette mesi. Entriamo in uno stanzone con molti letti e pa- recchie amache, fili stesi per appendere i panni, qualche co- perta usata come separé e alcuni ventilatori appesi al sof- fitto. Francisco è sotto le coperte, con una flebo al braccio e il sacchetto delle urine a lato. Ha ben 91 anni, ma possiede ancora una folta chioma di capelli neri e un volto fieramente espressivo. Viene una infermiera per controllare la flebo. «Il medico passa una volta alla settimana», ci dice il figlio. È l’ora della cena. Il cibo viene distribuito nella sala dove c’è anche la televisione. Le persone vengono chiamate una ad una, ricevono un piatto e una bevanda e vanno amangiare ai tavoli o dove capita. Una donna apurinã ci dice che è venuta per una operazione chirurgica. La sua aldeia è a Boca do Acre, molto distante da qui. «La lontananza della Casai dalle aldeias - spiega Ninawa - è uno dei problemi più sentiti. Si lascia tutto: famiglia, ani- mali, campi per un tempo che può essere lungo parecchi mesi». Nella struttura della Casai c’è anche un pajé , uno scia- mano. Anziano come uno sciamano deve essere, un volto bello e particolare, indossa vestiti colorati. Rimane in di- sparte rispetto agli altri ospiti, ma si capisce che è una per- sona rispettata da tutti. Ci avviamo verso l’uscita dove incontriamo il pastore, che sta per salire sull’auto «100% Jesus». Incredibilmente dice che non sapeva nulla dei bambini indigeni morti a causa del rotavirus. Ci congediamo da lui senza fare commenti. La nostra visita alla Casai è terminata 3 . Com’è terminata la pioggia. Mentre l’auto ci riporta in città, scende il buio su un cielo liberato dalle nuvole. Paolo Moiola # A lato : immagini delle stanze della Casai dove vengono ospitati gli indigeni che giun- gono a Rio Branco per curarsi. Sopra : il leader indigeno Ninawa Huni Kui. # Pagina precedente : Ninawa Huni Kui all’en- trata della Casai di Rio Branco. In basso : il pajé (sciamano) alloggiato nella struttura. N OTE 1 - Tra fine dicembre 2011 e primi mesi del 2012 tra le etnie huni kui e madja sono morte alcune decine di bambini indigeni sotto i 5 anni d’età. Tecnicamente, i rotavirus sono virus a Rna con doppio capside. Provocano diarrea acuta con contagio di tipo oro fecale. 2 - La Sesai, Secretaria especial de saúde indigena , è la struttura federale che si occupa di «proteggere, promuovere e recuperare la salute dei popoli indigeni», come si legge nel suo sito web. 3 - Per un raffronto si legga il reportage sulla Casai di Atalaia do Norte, stato di Amazonas, pubblicato su MC numero 10 dell’otto bre 2011.

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