Missioni Consolata - Novembre 2012
NON SOLO ISLAM L’ideale islamico non è però l’unico collante che tiene insieme Al Qaeda e Al Shabaab. Dominando alcune zone della Somalia, Al Shabaab ne controlla anche le risorse. L’affiliazione quindi è utile ad Al Qaeda an- che per ottenere mezzi economici per le iniziative a livello internazionale. Ma da dove provengono queste risorse? Una parte consistente delle entrate dei miliziani arriva dallo sfruttamento del porto di Chisimaio. Un hub impor- tantissimo che viene utilizzato soprattutto per l’e- sportazione del carbone. Quel carbone che è uno dei più grandi business della Somalia ed è prodotto di- sboscando le regioni meridionali, con un fortissimo impatto ambientale. «Molti fondi - sottolinea Matteo Guglielmo - arrivano anche dalla diaspora somala. La diaspora li finanzia non tanto perché intende so- stenere un movimento fondamentalista islamico, ma piuttosto perché le rimesse passano attraverso so- cietà che sono sostenute dai clan. Se il clan appoggia Al Shabaab, allora parte dei soldi delle rimesse an- drà a finire al movimento islamico. La Somalia è il paese che al mondo riceve più rimesse, ciò significa che ad Al Shabaab arrivano risorse continue e consi- stenti per finanziare le proprie attività». Il rapporto di Al Shabaab con i clan è però contro- verso. Ufficialmente negano e condannano la strut- tura clanica tipica della Somalia e sostengono di es- sere un movimento sovraclanico. «Tuttavia - conti- nua Guglielmo - sono molto bravi a manipolare i clan cioè a servirsene per gestire il potere. Da sempre Al Shabaab arma e rinforza i clan più deboli. Così si ra- dica sul territorio e, allo stesso tempo, tiene sotto controllo i clan maggiori che possono rappresentare un rischio. Quindi se ufficialmente nega i clan, da un punto di vista pragmatico li utilizza. È anche questa la forza di Al Shabaab. Ed è anche per questo motivo che non può essere considerato un movimento “importato”, ma un’organizzazione pro- fondamente somala». A livello internazionale è invece difficile risalire ai fi- nanziatori del movimento. Nessun Paese ufficial- mente sostiene Al Shabaab. I paesi del Golfo però sono da sempre vicini ai movimenti che si ispirano all’islam di matrice wahabita e salafita. Quello stesso islam professato da Al Shabaab. È quindi probabile che finanziamenti arrivino dalla Penisola araba. Non tanto però dai governi, quanto dalle fondazioni del Golfo che, dagli anni Novanta, operano in Somalia nei settori sanitario, educativo, religioso. Finanziamenti che continueranno ad affluire anche in futuro. Garantendo ad Al Shabaab quei flussi eco- nomici indispensabili a continuare la sua battaglia. Enrico Casale NOVEMBRE 2012 MC 49 MC JIHAD AFRICANA PER APPROFONDIRE • Marc-Antoine Pérouse de Montclos, Boko Haram et le terrorisme islamiste au Nigeria: insurrection religieuse, contestation politique ou protestation sociale?, Questions de Recherce N.40, giugno 2012. • International Crisis Group, Mali: eviter l’escalade , Rapport Afrique N. 189, luglio 2012. HANNO CONTRIBUITO A QUESTO DOSSIER M ASSIMO C AMPANINI , orientalista, storico del Vicino oriente arabo e di Filosofia islamica. Insegna all’Università di Trento. E NRICO C ASALE , giornalista professionista, redattore del mensile «Popoli». G IANANDREA G AIANI , direttore del mensile online «Analisi difesa». M ATTEO G UGLIELMO , analista del mensile «Limes». M ARC -A NTOINE P ÉROUSE DE M ONTCLOS : politologo, ricercatore all’Ird ( Institut de recherce pour le développement ) a Parigi. È specialista di conflitti armati in Africa anglofona. A RTURO V ARVELLI : ricercatore all’Ispi (Istituto per gli studi di politica interna- zionale) di Milano. C OORDINAMENTO EDITORIALE M ARCO BELLO , redattore di MC . Seguirà un secondo dossier sull’Islam in Africa dedicato ai Fratelli Musulmani in Nord Africa e Medio Oriente nel mese di gennaio 2013. © AFP Autobomba usata per l’attentato suicida a una chiesa di Jos, Nigeria, 10 giugno 2012.
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