Missioni Consolata - Novembre 2012

Ho visto l’affetto e la fiducia che i ragazzi mostrano nei tuoi con- fronti e che tu nutri verso di loro. Li segui con dedizione e ti lasci coinvolgere. Cos’è che ti ha più colpito di questo popolo e di que- sti ragazzi? Ah, i loro valori! Hanno una capa- cità di condivisione straordinaria. Il loro senso comunitario è dav- vero profondo, direi intrinseco al tanzaniano. Quando parlano di- cono «noi». Mi ha sempre colpito il loro senso di appartenenza, che non è tribale ma nazionale e que- sto grazie al loro maestro: Nye- rere. Grande è la loro generosità, come pure il senso di gratitudine: penso al gesto di accogliere qual- cosa con tutte e due le mani, pro- prio per il valore che danno al ri- cevere. Sono giovani che si ac- contentano di poco, che hanno fame di sapere, di imparare. Sono molto soddisfatto dei miei ra- gazzi. Insisto su un principio del nostro Fondatore: «Il bene va fatto bene». Non è facile incul- care questo principio, ma a forza di ripeterlo lo hanno imparato, lo mettono in pratica e mi gratifi- cano. Posso affermare che non è vero che gli africani siano appros- simativi e che facciano le cose giusto per farele. Hanno capito che il senso di questa frase è per il loro futuro, per la loro vita. Un’altra grande difficoltà poi, è il far capire loro l’importanza della manutenzione degli oggetti, della cura dell’ambiente. Essi sono portati a lasciar passare tutto, a non sistemare, ma pole pole (piano piano) come essi dicono, ci arriveranno. Non è semplice la- vorare con i giovani, ma bisogna farlo per aiutarli a non perdere i valori che appartengono loro; essi stessi ne sono coscienti e chie- dono di essere aiutati e accompa- gnati. Come vedi il futuro dei giovani in Tanzania? Credo che il nostro compito sia quello di farli sentire «protagoni- sti» della propria vita, del proprio futuro nella loro terra. Possiamo dare loro consigli, formarli su ar- gomenti o mestieri, ma ci riusci- remo solo rendendoli protagonisti e responsabili della loro vita. Sono abituati sin da piccolini a obbedire e basta, spesso senza nemmeno pensare. Essi solo possono cambiare la realtà del proprio paese e ci riusciranno, se non si lasceranno sopraffare dal- l’egoismo di una civiltà che non appartiene loro. E sono ferma- mente convinto che i loro sogni possano realizzarsi se impare- ranno a fare il bene... bene. Romina Remigio TANZANIA 26 MC NOVEMBRE 2012 # In alto: scorcio della sezione di carpenteria della Scuola Tecnica di Mgongo. # Al centro: bambino della Faraja House lava la propria biancheria. # Accanto : bambini della Faraja House con la loro maestra.

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