Missioni Consolata - Novembre 2012

minario di Morogoro: quali sono stati i cambiamenti maggiori e quali ti hanno più colpito? Credo che i cambiamenti in Tan- zania siano stati scioccanti: il po- polo è passato dalla zappa al trat- tore, senza un passaggio inter- medio, e poi catapultato nell’era della globalizzazione. Sono stati dei cambiamenti forzati, che hanno seguito solo le leggi del mercato. Non c’è stata una for- mazione né tanto meno una pre- parazione. Il divario tra ricchi e poveri è enorme. Anni fa la po- vertà era distribuita, ora non più. Oggi il povero diventa sempre più povero e diminuisce il suo potere di acquisto di beni essenziali. Sono le conseguenze della globa- lizzazione? Non lo so; ma credo di sì. Nell’ambiente rurale i cambia- menti vanno più a rilento, la po- vertà è ancora distribuita. Ma quando queste persone vanno in città, per lavoro o per esigenza, si ritrovano disorientate e imprepa- rate, per non parlare della piaga dell’alcolismo e della droga, che sta rovinando generazioni di gio- vani. L’illusione del guadagno fa- cile sta cambiando radicalmente la società. I nostri ragazzi che, anni fa, avremmo definito privile- giati, perché imparando un me- stiere avrebbero avuto un lavoro, ora sono spaventati. Hanno paura per il loro futuro perché, sebbene preparati, non trovano subito im- piego e, se lo trovano, vengono spesso sfruttati, sottopagati; e così tutte le loro speranze svani- scono. Il livello dell’insegna- mento delle scuole statali è stato, e purtroppo continua ad essere, molto basso, nonostante la gente faccia sacrifici enormi per fre- quentare le scuole. retta annuale è di 120 euro e molti sono sostenuti da benefat- tori, da parrocchie del Tanzania o da privati. Alla fine del corso vanno a casa ognuno con una cassetta di attrezzi che gli servirà per iniziare a lavorare in proprio. Gli alunni contribuiscono alla pu- lizia e alla manutenzione della scuola che non riesce ad essere sempre autosufficiente. Le mac- chine e gli attrezzi con i quali i ra- gazzi imparano a lavorare ci sono stati donati da benefattori. Quali sono le maggiori difficoltà? Una grandissima sfida è la scelta dei candidati, perché la richiesta sta diminuendo. L’importanza di apprendere arti e mestieri si sta perdendo anche in Africa. Ora si privilegia la scuola secondaria e il lavoro da impiegato. Tutti vo- gliono fare gli impiegati, perché si è diffusa la convinzione che sia un mestiere di valore, meno fati- coso e più redditizio. Purtroppo oggi si rincorre il guadagno facile, da ottenere attraverso un titolo piuttosto che con l’esercizio di un lavoro manuale. È anche vero, però, che il mercato non riesce ad assorbire tutti gli operai o arti- giani e li paga pochissimo. Infatti dietro alla creazione della cooperativa c’è stata anche la vo- lontà di farli lavorare, stimolan- doli nel creare un gruppo con competenze diversificate, che fosse in grado di impegnarsi non solo nel lavoro, ma nella gestione di una realtà simile a una coope- rativa. E devo dire che stanno an- dando avanti bene. Sono molto bravi. Si sono specializzati nella costruzione di stufe e di giostre, di cui c’è molta richiesta in tutto il Tanzania. Eri in Tanzania nel 1995; sei stato mandato in Spagna e in Inghil- terra e poi, dopo tanti anni, sei tornato come formatore nel se- NOVEMBRE 2012 MC 25 # In alto: maestro e alunni nella sezione di falegnameria della Scuola Tecnica. # Sopra: padre José nell’aula della scuola di calzoleria. # Pagina accanto : edifici della Scuola Tecnica della missione di Mgongo.

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