Missioni Consolata - Novembre 2012

Una visita al Centro « Exodus » della parrocchia di St. Mary , a Uijeongbu, sede di una delle dio- cesi suffraganee dell’arcidiocesi di Seoul, e soltanto a pochi chilo- metri di distanza da Tong-du- cheon, aiuta a comprendere me- glio quanto Tamrat cerca di spie- gare. Padre Cho Paolo, sacerdote diocesano incaricato della pasto- rale migranti della diocesi di Uijeongbu, ci presenta il suo uffi- cio e le attività che vi si svolgono: counselling , assistenza legale (anche per le coppie miste), me- dica e «linguistica», traduzione di documenti da varie lingue in co- E in questo caso come vi regolate? «Le diocesi si stanno organiz- zando e lo stanno facendo molto bene; del resto i coreani in quanto a organizzazione non ricevono le- zioni da nessuno. La chiesa catto- lica nella Corea del Sud rappre- senta una minoranza rispetto ad altre religioni maggioritarie, ma è ben strutturata, un po’ gerarchica forse, ma raggiunge capillar- mente ogni persona della comu- nità. Qui entriamo in scena noi, mettendo a disposizione della diocesi la nostra conoscenza delle lingue». reano. È aiutato da personale pro- veniente dalla Thailandia, dal Vietnam e dalla Cambogia, oltre che da alcuni volontari coreani, mentre mancano mediatori cultu- rali filippini e di alcune altre cul- ture meno presenti sul territorio. Padre Cho Paolo si dimostra molto grato per la presenza dei nostri missionari di Tong-du- cheon, perché oltre all’assistenza pastorale e liturgica delle comu- nità - elemento fondamentale per la coesione di queste persone che vivono la migrazione in contesti molto difficili - offrono un accom- pagnamento che tocca l’aspetto sociale e qualifica ulteriormente il nostro intervento. Sovente queste persone hanno bisogno di assistenza legale e sa- nitaria per garantire che vengano pagati adeguatamente e ricevano le cure del caso; ma il coreano è lingua ostica e diventa quasi im- possibile per il migrante orien- tarsi e navigare nel complicato mondo della vita pubblica del paese. Spesso egli non ha rego- lare permesso di soggiorno e questo fatto amplifica il bisogno e complica ulteriormente l’opera di appoggio. «Recentemente - con- tinua padre Tamrat - la diocesi ci ha chiesto di dare noi stessi inizio a un centro migranti per coprire il bisogno dell’area di Tong-du- cheon dove ci troviamo, ma non crediamo onestamente di poter- cela fare a gestire una realtà NOVEMBRE 2012 MC 11

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