Missioni Consolata - Ottobre 2012
OTTOBRE 2012 MC 83 Cari mission@ri gnare un’altra materia, oppure restano nel per- sonale non docente. È il- caso di un prof di religio- ne che divorzi e così per- de ipso facto il mandato vescovile. Ma, credo, questo valga per tutti gli insegnanti di ruolo il cui posto (e salario) è ga- rantito anche se, per e- sempio, la sezione in cui insegnano viene chiusa per mancanza di alunni. Va precisato poi che non si diventa insegnati di religione solo perché si va a messa la domenica, ma certo ci si aspetta che un insegnante di re- ligione vada a messa re- golarmente. Dal 1985 per insegnare religione era necessaria la laurea magistrale di quattro an- ni in scienze religiose. Dal 2017 sarà obbligato- ria la laurea di cinque anni. Questo è aggiunto ai requisiti morali neces- sari per uno che deve anche essere testimone di quello che insegna. Tacciare l’insegnamento della religione di «cate- chismo di Stato» mi sembra un’ingiustizia nei confronti degli inse- gnanti di religione che, tra l’altro, sono profes- sionisti qualificati. L’in- segnamento della reli- gione mira ad ampliare e completare la dimensio- ne culturale ed etica del- la scuola; il catechismo ha come obiettivo di far crescere nella fede, nel rapporto personale con Dio e nell’impegno nella comunità. Sono due cose ben diverse. Se poi un prof di religione fa anche il catechista nella sua comunità, tanto meglio. Per «passare all’altra ri- va», per una Chiesa dav- vero santa secondo il Vangelo e il Concilio Va- ticano II cominciato 50 anni fa, ci vogliono cri- stiani che siano critici e amanti della verità sen- za paura e false reveren- ze, ma con tanto amore, da membri della stessa famiglia, non di un tribu- nale. conservazione, come può essere una tettoia. Il maggiore rischio è infatti rappresentato dalle fibre aerodisperse, che pos- sono essere inalate, ma anche mangiate, perché depositate su frutti, fo- glie di insalata, ecc. Se- condo recentissime ri- cerche compiute negli Stati Uniti e riportate in «Amianto: ieri, oggi e domani» del Prof. Gian- carlo Ugazio, ed. Aracne, 2012 (uscito in luglio), l’amianto non è solo re- sponsabile del famigera- to mesotelioma pleurico (contratto per inalazione delle fibre) e del più raro mesotelioma peritonea- le, ma di parecchie altre forme tumorali, correla- te all’ingestione delle fi- bre tramite alimenti o acqua contaminati. La contaminazione dell’ac- qua può avvenire attra- verso le vecchie tubature in eternit ancora presen- ti in parecchi chilometri di condutture idriche, che portano l’acqua nelle nostre case - ad esempio 233 chilometri di tubatu- re in eternit, su 805, cioè il 29% della rete che ser- ve Forlì, ma il resto del- l’Italia certamente non sta meglio. Secondo gli studi attuali, il numero dei decessi per mesotelioma pleurico in Europa occidentale pas- serà dai 5.000 registrati nel 1999 ai 9.000 previsti per il 2018 e, solo in Ita- lia, dal 1988 al 1997 sono stati registrati 9.000 de- cessi per questo tumore. Il mio parere è perciò quello di chiedere la bo- nifica o, meglio ancora, la rimozione della peri- colosa tettoia. Ricordo che è dovere di chi sia a conoscenza del- la presenza di manufatti in amianto, in cattivo stato di conservazione, di farne denuncia alle autorità competenti (Uf- ficio d’Igiene dell’Asl, Comune, Provincia). Cordiali saluti, Dr.ssa Rosanna Novara NON SONO D’ACCORDO In MC 8/2012, l’editoriali- sta afferma che la Chiesa «non può passare la vita a rispondere.. a tutte le bu- gie, mezze verità» archi- tettate da «cultura anti- cristiana... che si alimen- ta di presunte ricchezze». Non sono d’accordo: se- condo me, bisogna par- larne. In luglio, da un al- bergo gestito da religiosi a Soraga (Tn) ci siamo sentiti chiedere 179 euro a giorno per una stanza per 2 adulti e una bimba di 6 anni. La struttura ha una cappella attigua: ciò significa che è (o, quanto- meno, è stata) esente da Ici/Imu, balzello che inve- ce riguarda, eccome, il resto del popolo di Dio; un peso che i religiosi non hanno sfiorato neppure con un dito in un’anoma- lia tutta italiana. Bisogna parlarne. Bisogna, so- prattutto pensando allo scandalo dell’insegna- mento della religione: do- centi selezionati spesso con l’unico criterio di es- sere pii frequentatori del- le messe domenicali per impartire lezioni di cate- chismo di Stato (ma non basta quello della parroc- chia?) e che, in caso di decadimento del mandato del Vescovo, passano ad insegnare altre discipline saltando l’iter che deve compiere il resto del cor- po docente, compresso tra abilitazioni e Tfa co- stosissimi. Un privilegio tutto italiano che nessu- na «spending review», manovra o tagli di spesa ha mai intaccato a diffe- renza del resto della scuola pubblica. Bisogna parlarne. Bisogna, per- ché esistono altre chiese cristiane lontane da que- ste vergogne che sfigura- no l’immagine del Cristo stesso; forse è giunto ve- ramente il momento di «passare all’altra riva». Piero Venturini Bologna, 16/08/2012 Grazie per averci scritto. Mi permetto, prima di tutto, di precisare che il soggetto della frase cita- ta non è la Chiesa, ma un «si» più neutrale e uni- versale, che va da noi giornalisti cattolici ai semplici cristiani. Che poi la Chiesa non sia tut- ta santa, perché noi cri- stiani non siamo ancora santi, è noto a tutti. I li- miti e i peccati della Chiesa sono visibili oggi, come lo sono stati nel passato. Ma uno stru- mento indispensabile per una critica costruttiva è l’amore per la verità tut- ta intera, unito alla ca- rità, perché, come scri- veva Lutero, «la verità senza la carità è cru- deltà». I due esempi che lei ci presenta, sicura- mente vissuti sulla sua pelle, lasciano aperti spazi di discussione. Se lei mi avesse scritto che quell’albergo non le ha rilasciato scontrini e ri- cevute fiscali, allora la sua argomentazione sa- rebbe cogente. Ma de- durre che non pagano l’I- mu perché c’è una cap- pella, è fare una supposizione sull’onda di voci che voci rimangono, anche se propagandate da pubblicazioni autore- voli. La cappella come tale è probabilmente e- sente dall’Ici/Imu e an- che l’abitazione dei reli- giosi, ma certo non l’al- bergo. Con le tonnellate d’incartamenti che ci vo- gliono oggi per gestire o- gni attività, pensa pro- prio che un comune non sappia che quello è un albergo e non una casa religiosa? Avevamo una libreria, un tempo, qui nella nostra Casa Madre e pagava regolarmente tutte le tasse, Ici inclusa. Circa l’insegnante che passa ad altre discipline saltando l’iter, va ricor- dato che riguarda solo coloro che sono già di ruolo, assunti cioè a tempo ideterminato, che se dotati di laurea idonea possono passare a inse-
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