Missioni Consolata - Ottobre 2012
noma di Trento (Pat) e con il con- tributo della Cei, il progetto è in- centrato su forum di riconcilia- zione e risoluzione del conflitto che, in diverse città keniane, fa- voriscono il dialogo fra i gruppi che si sono scontrati nel 2007- 2008. Mco, insieme a una delega- zione trentina composta da rap- presentanti della Pat e dall’asso- ciazione Africa Rafiki , ha parteci- pato a diversi forum - a Githurai (Nairobi), Kisumu, Eldoret e Molo - per fare il punto della situa- zione dopo otto mesi di progetto. «La parte più difficile comincia ora», concordano i partner impe- gnati nel progetto. «Individuati i problemi, che sono diversi zona per zona, si tratta adesso di so- stenere le comunità nel loro ten- tativo di risolverli con uno sforzo congiunto delle parti che prima sono state in conflitto». Lavorare assieme per risolvere un pro- blema comune, insomma, è un modo per educare alla pace e impedire che nuove manipola- zioni delle differenze etniche portino, nel 2013, nuovi scontri post-elettorali. Visita al Saint Martin Nel lungo giro, una volta finiti gli incontri a Molo, è stato facile ar- rivare ancora a Nyahururu dove la delegazione ha visitato il Saint Martin , centro gestito dalla dio- cesi di Nyahururu (gemellata con la diocesi di Padova) che ha pro- grammi per i ragazzi di strada, per i disabili, per la lotta all’Hiv/Aids, per la non violenza attiva e i diritti umani e per il ri- sparmio e microcredito. «Il Saint Martin ha puntato tutto sulla for- mazione delle comunità», spiega scuola e di formare alle attività agricole la comunità locale. «Ora vogliamo aprire la scuola al mondo», gli fa eco suor Idah, la preside della scuola, «co- struendo un centro per l’infor- matica e una biblioteca». Le ra- gazze della scuola, nonostante la formazione ricevuta, devono fare i conti con un contesto familiare e comunitario spesso ripiegato su se stesso, fatto anche di pre- varicazioni e mutilazioni genitali femminili. «Le due strutture sa- ranno fruibili dalle ragazze della scuola ma anche dalle loro fami- glie, dalla comunità locale, in modo da innescare un processo che permetta a tutti di capire che il mondo non comincia e finisce nel Tharaka e che l’altro, il di- verso non è necessariamente qualcuno di cui diffidare». Il lungo cammino verso la pace Diffidare, però, è la parola d’or- dine – non solo nel Tharaka – in questi mesi che precedono le elezioni previste per marzo 2013. Diffidano i keniani dei loro politici e diffidano i gruppi etnici dei loro vicini. Trovare modi per superare questa diffidenza, figlia della vio- lenza post-elettorale del 2007 che provocò mille morti e un quarto di milione di rifugiati, è la sfida che il progetto «Giovani Uniti per la pace in Kenya» ha raccolto, a partire dal 2011, at- traverso un’iniziativa elaborata dai missionari della Consolata in Kenya in collaborazione con la ong locale Youth United for Peace in Kenya (vedi MC 4/2012, pp. 67-71 ). Sostenuto dalla Provincia Auto- Chiara, missionaria fidei donum di Padova. «L’idea portante è che il target non sono le persone bi- sognose e malate, ma quelle “sane” intorno a loro. Prima di chiedere aiuti dall’esterno, le co- munità devono impegnarsi a cer- care in loro stesse le risorse per risolvere i problemi». Applicando questo principio, e grazie al sostegno di donatori e sostenitori, il Saint Martin – il cui slogan è Only through commu- nity , solo attraverso la comunità – è riuscito a creare una rete di circa un migliaio di volontari che sono la vera spina dorsale dei progetti e collaborano con le ol- tre novanta persone che lavorano a tempo pieno nei cinque pro- grammi. Chiara Giovetti OTTOBRE 2012 MC 79 MC RUBRICHE
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