Missioni Consolata - Ottobre 2012
Parole di corsa 68 amico OTTOBRE 2012 Affliggere i consolati vita! Il contatto con la gente, il lavoro dei missio- nari, la straordinaria bellezza dell’Africa: tutto par- lava di Dio. E Dio ci parlava davvero: a Nairobi, dopo anni di amicizia e condivisione dell’impegno missionario, Valerio e io abbiamo sentito Dio chie- derci di continuare insieme. Potete dire due parole sul vostro paese? Quali sono le sue principali sfide missionarie? La situazione dell’Italia è sotto gli occhi del mondo intero. A una crisi economica si affianca una crisi di valori, di cui la prima, probabilmente, è una conseguenza. A Martina, se da un lato si con- tinua a vivere la fede attraverso radicate pratiche e tradizioni, dall’altro è forte la chiusura delle comu- nità (parrocchie, associazioni…). C’è un ostinato «coltivare il proprio orticello», una sorta di autodi- fesa, che impedisce la ricchezza dello scambio di carismi e la sinergia del lavoro in rete. Una sfida missionaria è l’«evangelizzazione di ri- torno». Un’altra è l’ascolto e la capacità di andare incontro alla crisi della famiglia e del mondo gio- vanile. Sfida e provocazione insieme è il laicato stesso. Il laico impegnato, il più delle volte, è an- cora considerato una sorta di «manovale»! Che lavoro (missionario) svolgete oggi? Oltre alla nostra missione principale, la nostra fa- miglia, ci occupiamo di animazione missionaria con i più piccoli, preparando e realizzando cam- mini formativi, campi-scuola e iniziative di raccolta fondi e di servizio per i gruppi Arcobaleno1 (11-14 anni) e GeM (17-26 anni). Qual è la difficoltà più grande che incontrate? La prima, grande difficoltà sta sicuramente nel conciliare famiglia, lavoro e impegni. Nello speci- fico dell’impegno missionario, le difficoltà sono la diffidenza della gente, la chiusura delle comunità, l’esiguo numero di animatori. E la soddisfazione? La gratitudine delle famiglie, vedere alcuni ragazzi crescere con noi e diventare animatori missionari, Perché avete deciso di diventare laici missionari e, soprattutto, perché della Consolata? È stata una conseguenza delle esperienze in terra di missione, e di anni di formazione, animazione, collaborazione con i missionari e le missionarie della Consolata. Un po’ per volta abbiamo capito che il Signore non ci voleva spettatori, ma prota- gonisti della missione, da laici. Ci raccontate la vostra storia missionaria? V.: La mia inizia nel ’94, con un’esperienza missio- naria in Kenya. Dopo anni di Azione Cattolica, essa ha cambiato la mia vita. Luoghi come Mukululu, Gatunga, Mikinduri, e incontri come quelli col no- stro concittadino fratel Argese, con fratel Gaspa- rini, con padre Motta e padre Maggioni, mi hanno aiutato a rivedere il mio essere cristiano. Dal ’94 è stato un crescendo: altri incontri, altre esperienze, che mi hanno portato nuovamente in Kenya nel ’95, ’97, ’99 e in Tanzania nel 2011. D.: Io ho conosciuto i Missionari e le Missionarie della Consolata negli anni ‘80, in parrocchia. Dopo anni di partecipazione ai gruppi missionari, nel ’94, l’adesione agli «Amici di Gatunga e Mukululu», nato dall’esperienza in Kenya di un gruppo di vo- lontari, tra cui Valerio, ha segnato un nuovo inizio per me. Con gli anni è cresciuto l’impegno missio- nario e il desiderio di fare un’esperienza in Africa, per la quale è arrivata l’occasione nel ’99: le setti- mane in Kenya sono state tra le più belle della mia Intervistiamo la famiglia Trisciuzzi. Laici Missionari della Consolata di Martina Franca (Taranto), impegnati da molti anni nell’Animazione Missio- naria in collaborazione con i missio- nari e le missionarie della Consolata, si presentano: «Valerio Trisciuzzi, 48 anni, impiegato. Dorella Lodeserto, 44 anni, insegnante. Sposi dal 1° otto- bre 2001, giorno di Santa Teresa del Bambin Gesù, patrona delle missioni. Siamo genitori di Pietro, 9 anni, e Francesca, 3 anni. Tutti di Martina Franca!». © Af MC/D Lodeserto di Luca Lorusso
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