Missioni Consolata - Ottobre 2012

OTTOBRE 2012 amico 63 LA PRIORITÀ DELL’EVANGELIZZARE Anche oggi la missione ad gen- tes deve essere il costante oriz- zonte e il paradigma di ogni at- tività ecclesiale, […]. Come san Paolo, dobbiamo essere attenti verso i lontani, quelli che non conoscono ancora Cristo e non hanno sperimentato la paternità di Dio, nella consapevolezza che «la cooperazione missiona- ria si deve allargare oggi a forme nuove includendo non solo l’aiuto economico, ma an- che la partecipazione diretta al- l’evangelizzazione» (Rm, 82). La celebrazione dell’Anno della fede e del Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione sa- ranno occasioni propizie per un rilancio della cooperazione mis- sionaria, soprattutto in questa seconda dimensione. FEDE E ANNUNCIO L’ansia di annunciare Cristo ci spinge anche a leggere la storia per scorgervi i problemi, le aspi- razioni e le speranze dell’uma- nità, che Cristo deve sanare, pu- rificare e riempire della sua pre- senza. […] Questo esige, anzi- tutto, una rinnovata adesione di fede personale e comunitaria al Vangelo di Gesù Cristo, «in un momento di profondo cambia- mento come quello che l’uma- nità sta vivendo» (Lett. ap. Porta fidei , 8). Uno degli ostacoli allo slancio dell’evangelizzazione, infatti, è la crisi di fede, non solo del mondo occidentale, ma di gran parte dell’umanità, che pure ha fame e sete di Dio e deve essere invitata e condotta al pane di vita e all’acqua viva, come la Sa- maritana che si reca al pozzo di Giacobbe e dialoga con Cristo. Come racconta l’Evangelista Giovanni, la vicenda di questa donna è particolarmente signifi- cativa (cfr Gv 4,1-30): incontra Gesù, che le chiede da bere, ma poi le parla di un’acqua nuova, capace di spegnere la sete per sempre. La donna all’inizio non capisce, rimane a livello mate- riale, ma lentamente è condotta dal Signore a compiere un cam- mino di fede che la porta a rico- noscerlo come il Messia. E a questo proposito sant’Agostino afferma: «Dopo aver accolto nel cuore Cristo Signore, che altro avrebbe potuto fare [questa donna] se non abbandonare l’anfora e correre ad annunziare la buona novella?» ( In Ioannis Ev. , 15, 30). […]. La fede in Dio, in questo dise- gno di amore realizzato in Cri- sto, è anzitutto un dono e un mi- stero da accogliere nel cuore e nella vita e di cui ringraziare sempre il Signore. Ma la fede è un dono che ci è dato perché sia condiviso; è un talento ricevuto perché porti frutto; è una luce che non deve rimanere nasco- sta, ma illuminare tutta la casa. […]. L’ANNUNCIO SI FA CARITÀ «Guai a me se non annuncio il Vangelo!», diceva l’apostolo Paolo (1Cor 9,16). Questa pa- rola risuona con forza per ogni cristiano e per ogni comunità cristiana in tutti i Continenti. Anche per le Chiese nei territori di missione, Chiese per lo più giovani, spesso di recente fon- dazione, la missionarietà è di- ventata una dimensione conna- turale, anche se esse stesse hanno ancora bisogno di missio- nari. Tanti sacerdoti, religiosi e religiose, da ogni parte del mondo, numerosi laici e addirit- tura intere famiglie lasciano i propri paesi, le proprie comu- nità locali e si recano presso al- tre Chiese per testimoniare e annunciare il Nome di Cristo […]. Cari fratelli e sorelle, invoco sul- l’opera di evangelizzazione ad gentes , ed in particolare sui suoi operai, l’effusione dello Spirito Santo, perché la Grazia di Dio la faccia camminare più decisamente nella storia del mondo. Con il beato John Henry Newman vorrei pregare: «Accompagna, o Signore, i tuoi missionari nelle terre da evan- gelizzare, metti le parole giuste sulle loro labbra, rendi fruttuosa la loro fatica». La Vergine Maria, Madre della Chiesa e Stella del- l’evangelizzazione, accompagni tutti i missionari del Vangelo. Dal Vaticano, 6 gennaio 2012, Solennità dell’Epifania del Signore BENEDICTUS PP. XVI © Fabio Barbalini 2012

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