Missioni Consolata - Ottobre 2012

simo, purtroppo scomparso pre- maturamente nel 2000, e Tonino, vigile urbano del paese. «Riace sembrava avviata a spo- polarsi come le altre realtà qui attorno. Invece dal mare sono arrivati i profughi curdi: da allora niente è stato più lo stesso» ri- corda Lucano, diventato per tutti «Mimmo dei Curdi». Intere fami- glie hanno trovato ospitalità in paese, e il comune ha potuto for- nire loro il supporto economico necessario, aderendo al progetto governativo Sprar (Servizio di protezione richiedenti asilo e ri- fugiati), progetto in rete con gli altri paesi dell’Unione europea, che dà un contributo di 20 euro al giorno per ogni profugo in at- tesa della risposta alla domanda di accoglienza. «Una volta placata la fase dura dell’emergenza, ci siamo resi conto del circolo virtuoso che si era creato con il loro arrivo - continua Lucano, che allora non aveva alcuna velleità da primo cittadino -, dando loro delle case e grazie al basso costo della vita qui, riuscivano a risparmiare i fondi dello Sprar per utilizzarli al meglio per la crescita del paese». Sul finire del millennio i tre amici hanno dato vita all’asso- ciazione «Città Futura - don Giu- seppe Puglisi» (prete siciliano ucciso dalla mafia nel 1993), che ancora oggi gestisce la quotidia- nità degli extracomunitari e che è stato il volano per la rinascita del borgo calabrese: negli anni ha recuperato edifici abbando- nati per convertirli in vari labo- ratori artigianali (vetro, cera- mica, legno, cioccolata) e negozi di vendita dei prodotti realizzati, ha ridato nuova vita a storiche parti del borgo come archi, fon- tane, terrazzamenti, più la pas- serella lungo la vallata su cui si affaccia il paese, e, come se non bastasse, ha dato lavoro a una ventina di persone, tra paesani originari e profughi che, una volta ottenuto il permesso di soggiorno, hanno deciso di rima- nere in loco, come Issa, afghano, o l’etiope Osman, ora traduttori e mediatori culturali con i nuovi arrivati e perfettamente inseriti nel tessuto cittadino. ALTRI PERSONAGGI DELLA FAVOLA Da quando Lucano è diventato sindaco, nel 2004, spinto proprio dalla popolarità e dal riconosci- mento derivante dall’impegno con i profughi, la factotum del- l’associazione è Caterina, madre di una bambina, che gestisce sia la burocrazia che la prima acco- glienza: «È un impegno notevole, ma che dà un ritorno umano no- tevole» ragiona. Ad accoglierci al nostro arrivo c’è anche Cosimina, educatrice, che da sette anni coordina per Città Futura i corsi di alfabetiz- zazione d’italiano degli adulti stranieri e il doposcuola pomeri- diano dei bambini, che frequen- tano comunque le scuole della zona. «Sono dura di testa - rac- OTTOBRE 2012 MC 53 MC ARTICOLI mondo tra le tranquille e seco- lari casette dal tetto piatto e una popolazione di contadini e pa- renti di emigranti che vivono an- che grazie alle rimesse di questi ultimi, frutto del loro difficile ad- dio alla terra natia? «Nessuno si immaginava una cosa del genere, ma non è poi così male. E l’avere anche noi delle persone care che sono do- vute andare via per lavorare ci fa capire quanto sia arduo dover la- sciare tutto in cerca di fortuna o aiuto» racconta l’anziano Franco; ma questa è anche l’opi- nione della maggior parte di co- loro che in paese ha passato la mezza età. Ovvero la maggio- ranza degli abitanti: i pochi gio- vani che non sono fuggiti nel Nord Italia o in Germania lavo- rano nei bar o nei negozi, oppure sono rimasti proprio perché hanno creduto nella favola del- l’accoglienza, ricavandone un la- voro. Come? «MIMMO DEI CURDI» Per rispondere alla domanda bi- sogna fare un passo indietro, tornare almeno al 1998, e rac- contare com’è iniziata tutta la vi- cenda. Che poi è la storia di tre persone, tre amici uniti da un ideale: l’accoglienza. Uno di essi è Domenico Lucano, 53 anni, at- tuale sindaco al secondo man- dato (eletto nel 2004 con una li- sta civica progressista e ricon- fermato nel 2009), insegnante delle superiori, sposato e padre di un figlio. Gli altri due sono Co-

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