Missioni Consolata - Ottobre 2012

veniamo da un altro stato brasi- lano va benissimo. Un po’ meno per chi viveva nella vecchia Mu- tum. Chi abitava lungo il fiume era abituato a fare il bagno e a pescare. Invece qui è tutto asfalto. È vero che l’organizza- zione è buona, che ci sono le fo- gnature e l’acqua potabile. Ma non c’è quella libertà che si aveva sul fiume». Insomma, suor Ar- nold conferma che l’impatto psi- cologico e culturale è stato molto forte. Suor de Barba, di bisnonni italiani, vive a Nova Mutum dal 26 febbraio 2011. Ci risponde men- tre è in cucina a preparare un succo di mango. «Qui ho incontrato un popolo che lavora. Come suore accompa- gniamo regolarmente un prete a visitare gli alloggiamenti dove sono ospitati gli operai della cen- trale idroelettrica, una volta sul lato sinistro e un’altra sul lato destro del fiume. Il primo impatto è stato un po’ duro. Oggi però tutti parlano volentieri con noi. BRASILE 20 MC OTTOBRE 2012 Vengono a chiederci consigli fa- miliari o religiosi, oppure ci do- mandano immaginette sacre, ro- sari, crocifissi». «Ma - prosegue la suora - ho in- contrato anche un popolo che soffre. Soprattutto la popolazione che è stata trasferita dalla vec- chia Mutum. Erano riberinhos e ora sono costretti a vivere in una casa di città. Vivevano pescando e raccogliendo i prodotti della fore- sta ( castanha, acaí, cupuaçu ), ora per loro tutto è cambiato». E poi ci sono i problemi dovuti all’arrivo da altre regioni del Brasile (prin- cipalmente Maranhão, Piauí e Mato Grosso) di migliaia di per- sone, attratte dal lavoro alle cen- trali di Santo Antonio e Jirau. Ne ha patito le conseguenze soprat- tutto la cittàdina di Jacy Paraná, dove infatti anche le suore orso- line concentrano il loro lavoro. «All’inizio dei lavori - racconta suor de Barba -, la cittadina è stata invasa da migliaia di per- sone, che non trovando alloggio di maggioranza è la multinazio- nale francese Gdf Suez . Alla cen- trale idroettrica, che dovrebbe essere terminata nel 2015, lavo- rano 15.000 persone (ma si è ar- rivati anche a 21.000) 2 . ERANO «RIBERINHOS» Ricardo ferma la Fiat davanti a una delle villette. Sul praticello verde prima dell’ingresso c’è una semplice insegna in legno con la scritta: «Casa delle sorelle orso- line» ( Casa das irmas ursulinas ). Pur non attesi, le suore ci accol- gono con entusiasmo. Si tratta di una piccola comunità di quattro suore, tutte provenienti da Santa Catarina, stato del Sud Brasile dove all’inizio del Novecento fu forte l’immigrazione europea, in special modo dalla Germania e dall’Italia. Suor Arnold, che conserva un aspetto e accento tedeschi, spiega: «La nostra casa è un’o- pera di compensazione della cen- trale idroelettrica. A noi che pro-

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