Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2012
AGOSTO-SETTEMBRE 2012 MC 67 MC ARTICOLI D IARIO / L A DISAVVENTURA DI UN CICLISTA LA MIA BICI PER IL PAPA Quando ti rubano la bicicletta, l’amarezza è tanta. Quando te la rubano dove meno te l’aspetti, ancora di più. Ma la sorpresa è dietro l’angolo. Milano, lunedì 28 maggio 2012. È una bella giornata primaverile ed anche Milano è bella. Lo è sempre quando pedalo in sella alla mia bici, ma stavolta di più: fra tre giorni arriva Benedetto XVI e mi piace guar- darmi attorno pensando che percorrerà queste «mie» strade nelle quali cerco, e trovo, segni dell’attesa. L’ufficio stampa ha comunicato che da oggi, nella vecchia Fiera, sede congressuale di Family 2012, si possono ritirare gli accrediti. Mi presento curioso di sapere, finalmente, a quali appuntamenti col Papa sono stato ammesso, ad oggi si sa solo che, per al- cuni di questi, i posti per i giornalisti sono pochis- simi. Ma - mi dicono - «gli accrediti non sono ancora pronti, forse se ripassa in serata, meglio ancora do- mani, o dopo…». Per non buttare l’intera giornata mi fermo a Santa Maria delle Grazie dove, nei pressi del Cenacolo di Leonardo, sono in mostra preziosi fogli del suo Co- dice Atlantico. Lego la bici alla cancellata ed entro. All’uscita la mia bici non c’è più! Rubata in pieno centro, a metà pomeriggio, in una zona di passag- gio… Incredulo vago nei dintorni vanamente illuden- domi di ritrovarla appoggiata a qualche muro. Sporgo denuncia alla stazione Carabinieri di piazza Giovanni XXIII, il papa di cui porto il nome, forse me la farà ritrovare? Stramaledico il ladro. Poi penso che il sentimento non si addice a un cristiano, che i miracoli si chiedono per cose più importanti, che madre Teresa ai suoi collaboratori chiedeva non il superfluo, ma «qualcosa che ti costi». Per me la mia bicicletta non è un oggetto qualsiasi: nella sua marca, Ciclo Piave, c’è un richiamo al mio com- pleanno (24 maggio); è la testimone di innumerevoli, splendidi, ricordi della mia vita meneghina; è il mio emblema di uno stile di vita; è l’alternativa ecologica alla mobilità privata a motore, prepotente e inqui- nante, che rifiuto. Dedico questo «sacrificio obbligato» alla buona riu- scita di Family 2012 secondo le aspettative del Papa. Non ho più voglia di occuparmi di Family, ma ono- rerò gli impegni presi. Non ho tempo per acquistare un’altra bici. Prenderò i mezzi pubblici. Giovedì 31 maggio. Suona il campanello: «Ciao, Gio- vanni, sono Alberto. Ho saputo che ti hanno rubato la bici. La mia è troppo alta per me, dunque voglio regalartela». Alberto ha scritto un libro su Maria Cristina Cella, giovane mamma morta a 26 anni per la quale si è appena aperta la fase vaticana del pro- cesso di beatificazione, alla Fiera della Famiglia i suoi amici ne raccontano la vicenda. È curioso: per il Family ho perso una bici e, in un certo senso, Family me ne procura un’altra. Ma non oso adoperarla per tornare a Milano, e se mi rubano anche questa? Sabato 2 giugno , ore 7.45. Non mi sono svegliato al- l’alba come mio solito, forse per la stanchezza degli impegni al Family nei giorni scorsi e la lunga attesa del Papa in piazza Duomo di ieri… e la sveglia non ha suonato! Ma devo essere in Duomo entro le 8.30 per la preghiera dell’ora media col Papa, un’occasione unica che rischio di perdere. Abito fuori Milano e con la metropolitana farò troppo tardi. Devo necessariamente usare la bici di Alberto. La mattina è fresca, le strade sgombre dalle auto e si- lenziose, un bel dono indiretto che il Papa ha fatto a Milano. La marca di questa bici è Bartali! Gino, il ri- vale credente di Coppi, la coraggiosa staffetta che nascondeva nel telaio i messaggi dei partigiani, era brontolone come me. Faccio mulinare i pedali canticchiando la canzone che Paolo Conte gli ha dedicato e lo «sento» che mi incita e mi «spinge» per arrivare in tempo dal Papa. Ce la faccio e riesco a prender posto a pochi metri da Benedetto XVI. La bici è legata proprio sotto la ve- trata absidale del Duomo, «vigilata» da una camio- netta dei Carabinieri. Mi consolo pensando che forse la mia Ciclo Piave serviva in cielo al papa sportivo Giovanni Paolo II. Immagino che Ginettaccio sta- volta annuisca, sorridendo. Giovanni Guzzi
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