Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2012

mento attraverso due vie di- stinte: la soluzione sociopolitica e quella armata. Anche i popoli indigeni sono stati e sono vittime di questo conflitto sociale. In certi momenti sono stati tentati di ricorrere alla via armata, in alleanza con le varie guerriglie. Però, a partire dal 2004 - specialmente per inizia- tiva dei Nasa del nord del Cauca e recuperando l’esperienza tra- dizionale della cultura indigena della minga , intesa come lavoro collettivo - hanno preso la deci- sione di proporre a tutti i gruppi etnici, movimenti sociali e orga- nizzazioni popolari di unirsi in una minga sociale e comunita- ria. Tale minga doveva condurre all’elaborazione di un’agenda comune come base per la co- struzione di un’alternativa popo- lare al modello di sviluppo del- l’oligarchia politica ed econo- mica dominante. In questo contesto si sono avuti vari processi di riconciliazione fra gli indigeni, gli afrodiscen- denti, gli abitanti dei quartieri popolari delle città, gli operai, i contadini e gli studenti, supe- rando conflitti e contraddizioni di vecchia data. 3. CONFLITTO ARMATO La guerra, specialmente la guerra civile nelle sue diverse modalità ed espressioni, ha ac- compagnato tutta la storia della Colombia. Storicamente il conflitto armato mai chiesto perdono e quindi non hanno mai fatto gesti di ripara- zione, cosa che ha impedito un processo di riconciliazione. 2. CONFLITTO SOCIALE Un’ulteriore conseguenza della conquista e della colonizzazione, è la realizzazione di un processo di concentrazione della ric- chezza in poche mani. Nono- stante la Colombia sia uno dei paesi più ricchi al mondo di ri- sorse naturali, è anche uno dei luoghi dove si registra uno degli indici più alti di disuguaglianza sociale. Anche a causa dell’in- giusto modello di sviluppo capi- talista neoliberale imposto dai vari governi, i pochi ricchi sono diventati ogni giorno più ricchi a spese della maggior parte della popolazione, a sua volta ogni giorno più povera. Più volte sono state proposte o promesse riforme strutturali, come quella agraria o quella ur- bana; però non sono mai state realizzate. Al contrario, special- mente negli ultimi anni, sono state proposte e approvate leggi antipopolari che rafforzano l’at- tuale modello di sviluppo. In questo contesto è molto diffi- cile pensare a un processo di ri- conciliazione. Si deve piuttosto parlare di un processo di cam- biamento, di costruzione di un’alternativa. Movimenti sociali e organizzazioni popolari da sempre hanno cercato di pro- muovere processi di cambia- è stato la conseguenza della lotta per il potere, per il pos- sesso e l’uso della terra e delle risorse naturali. Negli ultimi 40 anni ha invece assunto aspetti più complicati e gravi: da un lato per le ideologie e per i progetti politici contrapposti; dall’altro per la presenza del narcotraf- fico, che ha servito e si è servito di tutti i contendenti. Da sempre il nord del Cauca, per la sua posizione strategica, è stato teatro del conflitto armato, con gravi conseguenze per la po- polazione civile. Purtroppo, spe- cialmente negli ultimi anni, sia l’esercito che la polizia e la guerriglia hanno cercato, a volte con successo, di ottenere l’ap- poggio di persone della comu- nità, provocando così divisioni e scontri all’interno della comu- nità stessa. LA NOSTRA AZIONE Com’è normale, la nostra équipe missionaria si è fatta carico an- che di questi tre conflitti nel suo processo di accompagnamento della comunità e, alla luce del Vangelo, ha cercato di proporre o di appoggiare cammini di ricon- ciliazione. In merito al conflitto etnico-cul- turale, l’ équipe missionaria ha cercato di costruire un ponte fra la comunità indigena e alcuni spazi della società e della cul- tura dominante per avviare un dialogo inter-etnico e inter-cul- turale. Siamo così riusciti a MC ARTICOLI # A sinistra , simboli e miti della cultura nasa. Sotto, volto tipico di ragazza in- digena di etnia nasa.

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