Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2012

AGOSTO-SETTEMBRE 2012 MC 53 dere la terra oppure inviti i mina- tori in cambio di un affitto. Ma è una scelta pericolosa, perché dove comincia un minatore pre- sto ne arriveranno altri. Infine, può capitare che il proprietario del terreno decida di diventare egli stesso minatore». A QUALSIASI COSTO Il Perú è il sesto produttore mondiale di oro. È preceduto, nell’ordine, da Cina, Sudafrica, Stati Uniti, Australia e Russia. Nel 2011, nel paese andino sono state estratte 164 tonnellate del prezioso metallo, il 6 per cento della produzione mondiale. In Perú, operano alcune grandi multinazionali aurifere come la Barrick Gold (Canada) e la New- mont Mining Corporation (Usa). Quest’ultima è proprietaria della più grande miniera d’oro del Sud America: Yanacocha, nel diparti- mento di Cajamarca. In Madre de Dios l’attività mine- raria è quasi per intero a livello artigianale, molto più difficile da controllare (soprattutto quando è illegale). Come conferma il re- sponsabile di Caritas: «Non c’è una strategia o uno studio. Tutto è empirico. Se in quella parte di foresta non si è trovato oro, si passa in quella vicina, conti- nuando nell’opera di distru- zione». L’oro si cerca o nei fiumi (Colo- rado, Inambari, Tambopata, Ma- dre de Dios, e altri) o nei territori circostanti (bacini fluviali). Cesar precisa: «Tecnicamente si chia- mano giacimenti alluvionali». L’oro alluvionale è detto anche oro secondario (per distinguerlo da quello primario, che è l’oro imprigionato nella roccia ma- dre). Questa caratteristica fa sì che, in Amazzonia, non sia possi- bile estrarre oro senza distrug- gere la foresta, il suolo o il letto dei fiumi. E qui va ricordato un dato: per ottenere circa 10 grammi d’oro occorre rimuovere una tonnellata di terra! Nei fiumi, si procede aspirando la terra dal letto su una draga. Quindi, si aggiunge mercurio per ottenere l’amalgama. Infine, si ri- scalda questa mescola per sepa- rare l’oro dai residui. «Sulla terraferma - spiega Cesar - per prima cosa si fa tabula rasa della vegetazione. Poi si scava, si raccoglie e si lava la terra. Alla sabbia aurifera così ottenuta si aggiungono alte dosi di mercurio, provocando un danno ambientale molto serio, perché, una volta usato, questo si disperderà nel- l’ambiente». Nel ciclo produttivo dell’oro il mercurio rappresenta un ele- mento centrale. È il mezzo lar- gamente preferito dai minatori sia per la sua semplicità d’uti- lizzo che per il costo accessibile. La sua proprietà è di amalga- mare l’oro. La proporzione è di almeno 1 a 2: per ottenere 10 grammi di oro occorrono almeno 20 grammi di mercurio (ma spesso si arriva a 30). Quando si scalda l’amalgama per recupe- rare l’oro, il mercurio evapora. Un 50% torna subito allo stato li- quido, cadendo al suolo o nel- l’acqua (dato che in rarissimi casi vengono predisposte tecni- che di recupero). Reagendo con i batteri, il mercurio si trasforma in metilmercurio, un composto molto tossico. Il metilmercurio viene ingerito dagli organismi della catena alimentare e si ac- cumula nei pesci. Quando questi vengono consumati, il metilmer- curio entra nell’uomo. I suoi ef- fetti sull’organismo sono severi, includendo danni al sistema ner- voso e malformazioni genetiche. Secondo il ministero dell’Am- biente, negli ultimi 20 anni 3.000 tonnellate di mercurio sono fi- MC ARTICOLI # A destra: il biologo Cesar Ascorra Guanira, responsabile di Caritas in Madre de Dios. S otto : i principali fiumi di Madre de Dios. nite nei fiumi amazzonici 1 . «È vero - spiega Cesar - che si tratta di un’attività in larga parte artigianale, ma adesso molti mi- natori lavorano con macchine pesanti (pompe d’acqua ad alta pressione, scavatrici, caricatori, camion). Non per nulla Madre de Dios è diventato il secondo pro- duttore di oro dopo Cajamarca». I minatori hanno occupato vaste zone, comprese alcune nei pressi della riserva naturale di Tambopata, in territori di produ- zione della pregiata castaña e all’interno di riserve indigene. Quando si cerca l’oro sotto i ter- ritori dei popoli nativi, si produ- cono situazioni complicate. Cosa può accadere?, chiediamo a Ce- sar Ascorra. «Le comunità indigene possono reagire in vari modi. Il primo è quello di rifiutare l’attività mine- raria. Un secondo modo è di per- metterla in cambio di pagamenti o regalie. Il terzo è quando gli © nforme AP-Ministerio del Ambiente,Perú 2011 © Paolo Moiola RETE IDROGRAFICA MADRE DE DIOS

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