Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2012

DAI LETTORI Cari mission@ri AGOSTO-SETTEMBRE 2012 MC 5 offrirci il perdono ottenu- to dalla sua dolorosa pas- sione e morte. Con mia sorpresa il giorno dopo mi ha telefonato la Supe- riora delle Missionarie della Carità (di Madre Te- resa) supplicandomi di di- rigere il Triduo Pasquale a un gruppo delle sue suore in conclusione di due mesi di rinnovamento spirituale. Ho subito ac- cettato questa nuova «op- portunità» per lasciarmi influenzare dalla spiri- tualità austera di queste suore vestite di bianco con strisce azzurre. Dalla Cena Pasquale ne sono u- scito ricolmo di gioia col proposito di imitarle nel- l’adorazione eucaristica ogni giovedì sera per sup- plicare Dio di mandarci tante vocazioni per la nuova evangelizzazione. Al Venerdì Santo sono ac- corso nella loro cappella CONVERTIRE I NON CRISTIANI Commento a quanto di- chiarato da don Fredo Oli- vero nell’articolo del di- cembre 2002, «Da musul- mani a cattolici, storie di convertiti». Nostro Signore, parlando agli undici apostoli, disse: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla ter- ra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre del Figlio e del- lo Spirito Santo, inse- gnando loro tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i gior- ni fino alla fine del mon- do». Detto questo, mi chiedo perché tanti preti e vescovi hanno tanta paura a far conoscere il Vangelo e cercare di convertire al- la vera religione i popoli che cristiani non sono. Certe forme politicamen- te corrette lasciatele ai politici. Addirittura si leg- ge di preti che ostacola- no, per paura, queste conversioni. A ciascun ec- clesiastico pongo una do- manda molto semplice: quanti musulmani hai convertito nella tua vita? Nessuno? Allora hai falli- to la tua missione e di ciò ne risponderai diretta- mente a nostro Signore. Sandro Ardori 13/06/2012 – via email Onestamente non credo che l’ostacolo maggiore alla conversione dei non cristiani sia la paura, po- liticamente corretta, del clero. Ho conosciuto dei missionari molto pruden- ti con le conversioni dei musulmani, soprattutto nei paesi dove l’Islam è maggioritario. La pru- denza non è motivata dalla mancanza di corag- gio, ma dalla consapevo- lezza dei gravissimi ri- schi che il neo convertito può correre anche per mano della sua stessa fa- miglia. Uno dei maggiori ostacoli alla diffusione del Vange- lo non è il Vaticano o il poco coraggio dei missio- nari e della gerarchia, neppure gli scandali (ve- ri, ma anche enfatizzati ad arte) dei preti, ma la mancanza di testimo- nianza di milioni di cri- stiani (con a capofila poli- tici e uomini d’affari) che credono solo con la boc- ca, non pregano, non pra- ticano, ricevono i sacra- menti come una forma- lità dovuta, corrompono e sono corrotti, praticano l’aborto e lo impongono ai poveri, minano la fami- glia, appendono i croce- fissi e passano leggi raz- ziste, sviliscono il giorno del Signore e fanno dio del loro ventre (il consu- mismo). Da ultimo. Non credo di aver mai convertito nes- suno in 36 anni di vita da prete e giornalista. Ho solo contemplato, con meraviglia, come sia Dio a cambiare i cuori delle persone chiamandole a sé in modi misteriosi, spesso anche a dispetto della povera testimo- nianza dei suoi. LETTERA DI PRIMAVERA «Più il dolore è grande, più grande è l’amore» (Santa Faustina). Nel dolore, nella soffe- renza, nella crisi che la vita ci offre è racchiuso un potere immenso, un potere creativo di cam- biamento, di superamen- to di sé, una svolta decisi- va, un salto di qualità, un nuovo inizio verso il me- glio. Lo sto provando da quando sono tornato in Etiopia dopo aver goduto tre mesi di riposo e rinno- vamento spirituale per fe- steggiare il mio 50° di sa- cerdozio a Orciano di Pe- saro un anno fa. Continuo a ripetere quello che ho sempre detto: che c’è un’opportunità nel cuore di ogni problema; tutto sta a scoprirla e poi ap- profittarne per crescere. A 78 anni di età ancora sogno e il bello è che molti sogni diventano realtà e rinforzano la fede che mi ha sempre soste- nuto. Una notte ho sogna- to Madre Teresa, la Santa di Calcutta che ho cono- sciuto qui in Addis Abeba anni fa. Nel sogno mi invi- tava a far pitturare dai miei artisti tante copie del quadro della Divina Mise- ricordia di S. Faustina, che si celebra in tutto il mondo la domenica dopo Pasqua. Rappresenta Ge- sù coi raggi di luce rossi e bianchi che dal suo Cuore scendono verso di noi per

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