Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2012
N on è un azzardo se, per saperne di più sulla pratica dell’affidamento ci rivol- giamo alla Casa dell’affidamento di To- rino. La capitale sabauda ha una lunga storia in tema di affido. Lo dimostrano anche i santi sociali che si sono adope- rati per i giovani e i senza famiglia. Dal Beato Alla- mano a San Giovanni Bosco, a San Giuseppe Ca- fasso, San Giuseppe Benedetto Cottolengo, Beato Francesco Faà di Bruno, Beato Piergiorgio Frassati, San Leonardo Murialdo. Un lungo elenco di perso- nalità votate al recupero e all’amore gratuito verso i più indifesi e una storia narrativa non da poco se si pensi che la deliberazione istitutiva di tale servizio nella città di Torino risale al 1976 ed è ben antece- dente alla legge n. 184 del 1983, che ha normato l'affi- damento e l'adozione a livello nazionale. La Casa dell’affidamento è un luogo accogliente, un appartamento con più aree di incontro, di cui alcune ad hoc per i più piccoli e le loro famiglie. Nasce isti- tuzionalmente nel 2000, dopo un lungo lavoro di una rete di operatori sul territorio (assistenti sociali, educatori e psicologi) che dal 1988 si adoperano per strutturare in misura più articolata e solida la pra- tica dell’affido. La Casa dell’affidamento è il contra- rio del non luogo, è infatti un luogo con la «L» maiu- scola che si presta a più funzioni a seconda della ne- cessità. Da luogo di confronto tra famiglie affidata- rie e operatori competenti in materia; a luogo di in- contro per gruppi misti o di sostegno; a luogo di co- ordinamento tra gli operatori che si occupano del- l'affidamento nelle dieci circoscrizioni della città, allo scopo di uniformare le modalità di agire dei ser- vizi; a luogo di documentazione in cui poter trovare e consultare materiale bibliografico e informativo in un clima tranquillo e rilassato. Dalla sua apertura fino al dicembre 2006 alla Casa dell'affidamento si sono presentate 936 famiglie, sono stati organizzati 50 gruppi informativi ai quali hanno partecipato quasi 530 nuclei. Hanno poi di- chiarato la disponibilità all'affidamento 337 nuclei. COMUNICARE IL TEMA DELL’AFFIDO A Piera Dabbene, assistente sociale e responsabile della Casa dell’affidamento, chiediamo come si è la- vorato sulla tematica dell’affido per sensibilizzare le persone: «Già a partire dal 2001 la collaborazione tra il comune di Torino, le aziende sanitarie locali cittadine, le autorità giudiziarie minorili, l’associa- zione famiglie affidatarie e tanti altri attori nel terri- torio, avevano dato vita a una prima campagna di sensibilizzazione. Il primo layout grafico sul tema ri- produceva un bambino intento a gustare un gelato. Con il tempo e grazie al lavoro sul campo ci siamo resi conto che quell’immagine asso- ciava all’affido esclusivamente bam- bini molto piccoli. Era un’immagine che inteneriva e invogliava più gente a telefonare per fissare un incontro. L’affido, però, apre le braccia a una larga rete di soggetti in difficoltà (bambini e ragazzi fino alla maggiore età e non solo bimbi piccolissimi) e ci siamo impegnati per trovare un’im- magine che illustrasse la tematica in maniera più autentica. Il confronto tra più soggetti protagonisti del “tema affido” e l’esperienza ci ha portati a elaborare la campagna del 2007 con più varianti. Lo stesso ragazzino (non più piccolis- simo e con un atteggiamento spor- tivo e vivace) punta il dito sui suoi possibili genitori “affidatari” che AGOSTO-SETTEMBRE 2012 MC 47 MC «E ORA VOLERAI» VIAGGIO NELLA CASA DELL’AFFIDAMENTO DI TORINO UNA CASA PER VOLARE DI G ABRIELLA M ANCINI Un luogo, spazio di incontro, confronto, coordinamento, documentazione. Nasce nel 2006 nel cuore di Torino. E poi comunicazione sull’affido ma anche coinvolgimento di comunità straniere. Per allargare la frontiera della genitorialità sociale.
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=