Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2012

AGOSTO-SETTEMBRE 2012 MC 15 migranti e dei rifugiati, che du- rante l'occupazione sovietica de- gli anni Ottanta erano scappati in Iran e Pakistan. Molti uomini, in- fatti, hanno conosciuto la droga per la prima volta proprio mentre si trovavano all'estero (secondo l'Unodc, proprio l'Iran è oggi al secondo posto per abuso di eroina dopo l'Afghanistan) e, una volta tornati in patria, hanno pas- sato la pratica alle loro mogli. Purtroppo, le strategie del mini- stero della Salute per individuare e indirizzare le donne tossicodi- pendenti verso i consultori e in- coraggiare i test dell'Hiv hanno incontrato l'opposizione delle forze ultraconservatrici del paese. «Droga e Aids sono visti come il male nella società con- servatrice musulmana», spiega alla Reuters Mohammad Hahn Heddait, specialista di malattie infettive per conto del ministero. «Se poi riguardano le donne, il male è doppio». DONNE E MANI PULITE La priorità, secondo moltissime donne attiviste, è garantire a tutti l’istruzione. Samia Walid, attivista clandestina di Rawa, associa- zione politica femminile afgana che dal 1977 lotta per i diritti umani e la democrazia, sostiene, infatti che, «l’istruzione delle donne è la chiave del cambia- mento: per lottare, le donne de- vono avere gli strumenti neces- sari». Fondamentale è anche ga- rantire a tutti l’assistenza sanita- # Sopra : il presidente afghano Karzai; l’attivista Fatana Ishaq Gailani; la deputata Shukriya Barakzai. # Di fianco : un gruppo di studen- tesse cammina verso la scuola di Nili, nella provincia di Daikundi. N OTE 1 - Jirga (in lingua pashtu) o shura (in lin- gua dari) sono assemblee quasi esclu- sivamente formate da uomini. Il pro- blema è che la giustizia viene ammini- strata tribalmente, perché la gente si fida dei consigli locali dei villaggi ed è sospettosa nei confronti dei giudici. C’è molta corruzione e le persone ri- spettano le decisioni della shura , per- ché c’è un controllo sociale molto forte. © Mohammad Popal_ R N ria e il libero accesso alle cure. Per garantire scuola e salute però è fondamentale innanzitutto continuare a insistere nella crea- zione di un sistema di diritti e giu- stizia effettivo che non discrimini in base al genere, né all’etnia, né alla razza o ad ogni altro criterio. Per questo fine però è sempre più forte la consapevolezza che il coinvolgimento degli uomini af- ghani nello sfidare pratiche tradi- zionali e tribali che discriminano le donne e incoraggiano la vio- lenza contro di loro sia fonda- mentale. È di estrema impor- tanza promuovere l’uguaglianza tra uomini e donne e la non di- scriminazione in tutti gli aspetti della vita e agire in cooperazione a tutti i livelli della società, inclusi i più alti livelli del governo, gli at- tivisti sul campo e i leader di co- munità. Le donne sono state escluse dalla leadership per 5.000 anni, ma sono anche le uniche che in Afghanistan non hanno le mani sporche di sangue e hanno inten- zione, insieme agli uomini che si uniranno alla loro battaglia, di continuare a non sporcarsele. Viviana Premazzi MC ARTICOLI

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=