Missioni Consolata - Luglio 2012
Come nasce la tua vocazione missionaria? Inizio col dire che sono un discendente di una nobile casata della città di Xavier, nella provincia di Navarra, ridotta alla miseria per la confisca di tutti i beni a opera di Ferdinando il Cattolico, re di Spagna, dopo la vittoria conseguita sugli abitanti della zona che vole- vano una loro autonomia contando sull’aiuto della Francia. Dopo questa catastrofe per sfuggire a un fu- turo incerto mi rifugiai in Francia, iscrivendomi alla fa- coltà di teologia della prestigiosa Università della Sor- bona di Parigi. Lì incontrai Iñigo de Loiola o come dite voi italiani: Ignazio di Loyola, il quale dopo essere stato ferito in battaglia, passò tre lunghi mesi immobile a letto, durante i quali leggendo diversi testi spirituali e in modo particolare il Vangelo, decise di cambiar vita. Anch’egli però desiderava accrescere la sua cultura, in quanto vivevamo tempi contrassegnati da conflitti reli- giosi che andavano acuendosi ogni giorno di più. Fui letteralmente conquistato dal modo di fare d’Ignazio; la sua fama di uomo d’arme convertito in discepolo mansueto di Cristo e, allo stesso tempo, il suo deside- rio di combattere con le armi della ragione e dell’intel- ligenza gli eretici del tempo, mi attirarono sempre più nella sua orbita e con me altri giovani che sentivano il bisogno di rinnovare la Chiesa rinnovando se stessi. Mi sembra un ottimo programma, soprattutto perché oggi molti desiderano cambiare la Chiesa senza mettersi minimamente in discus- sione, che avvenne dopo? Mi tremano i polsi al solo pensarci: il 15 agosto del 1534, Ignazio, io e altri cinque giovani andammo nella chiesa di Saint Pierre di Montmartre dove ci impe- gnammo a vivere in povertà e castità, fondando così la Società di Gesù, in quanto volevamo essere pellegrini in Terra Santa o nel caso ciò non fosse stato possibile metterci a completa disposizione del papa. Erano nati i Gesuiti se capisco bene. Certo! Ignazio optò per il termine Società di Gesù in quanto due grandi santi che lo avevano preceduto, san Domenico e san Francesco, avevano dato origine a due ordini religiosi che presero il nome dei loro fonda- tori, Domenicani e Francescani per l’appunto. Ignazio non voleva che la nostra Compagnia fosse segnata dal suo nome, voleva che tutto riconducesse a Gesù Cri- sto nostro Salvatore. E com’è che sei finito in India, nelle Molucche, in Giappone e per un pelo non hai messo piede in Cina? Le cose andarono così: nel 1540, Giovanni III re del Portogallo, chiese al papa, che in quel tempo era Paolo III, di inviare dei missionari per evangelizzare i popoli delle nuove colonie che i portoghesi avevano appena conquistato nelle Indie Orientali. Il Papa in- dicò la Compagnia di Gesù a cui affidare questo com- pito e sant’Ignazio scelse me come responsabile del- l’attività missionaria nei nuovi territori. Il viaggio deve essere stato lungo e faticoso immagino. Non me ne parlare! Adesso prendete un aereo e dopo qualche ora sbarcate in qualsiasi capitale del mondo, ma a quel tempo i viaggi erano tutti via mare, con navi sospinte dal vento, io partii da Lisbona nella prima- vera del 1541 e arrivai a Goa in India nel maggio del- l’anno successivo. Come fu l’impatto con la realtà asiatica? Per certi versi traumatico: a Goa vidi i portoghesi che pensavano solo a fare affari e ad arricchirsi, poco in- teressati all’annuncio del Vangelo. Dovetti pertanto ri- chiamare i portoghesi a un atteggiamento più con- sono al messaggio cristiano e allo stesso tempo iniziai a dedicarmi ai derelitti e ai poveri che vivevano in quella città. Dopo qualche anno mi trasferii alle Mo- lucche, dove i portoghesi avevano impiantato delle co- lonie e anche lì rimasi due anni. 3. FRANCESCO SAVERIO a cura di Mario Bandera 4 chiacchiere con... MC RUBRICHE Avere di fronte Francisco Xavier, meglio conosciuto da noi come San Francesco Saverio, significa trovarsi davanti al più missionario degli uomini intrepidi e al più intrepido dei missionari di tutti i tempi. Del resto la sua storia personale rimane forse la parabola luminosa più incisiva degli annunciatori del Vangelo. Iniziamo il nostro colloquio con lui. # Ignazio di Loyola invia Francesco Saverio a evangelizzare le Indie Orientali. © CC by-2000
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