Missioni Consolata - Luglio 2012
Come hai visto cambiare il sostegno a distanza in questi vent’anni? Alcune cose non sono cambiate molto, ad esempio la preferenza delle persone per l’adozione indi- viduale e non per un gruppo: vo- gliono avere la percezione chiara che stanno aiutando un bambino preciso e seguirlo passo passo. Sta cambiando invece l’età dei donatori. Oggi ci sono più giovani che nel passato e questo è rive- latore di una positiva mentalità di solidarietà. Immutati sono la vo- lontà e il desiderio di fare del bene. Puoi tracciare un «identikit» del donatore? Non c’è un profilo che valga per tutti. Ci sono persone che arri- vano all’adozione dopo un’espe- rienza personale dolorosa. Allora l’adozione diventa un modo posi- tivo di reagire al dolore vissuto, donandosi a qualcuno nel biso- gno. Ci sono delle famiglie che la vivono come momento educativo nei confronti dei propri figli per aiutarli alla sobrietà e condivi- In che cosa consiste esatta- mente il lavoro del tuo ufficio? Io intervengo innanzitutto nella fase iniziale di molte adozioni, quando i donatori chiamano per avere informazioni preliminari e quando richiediamo ai missionari le garanzie necessarie ad accer- tarci che rispetteranno le sca- denze. Inoltre mi attivo in tutti quei casi in cui, per qualche mo- tivo, il donatore non ha ricevuto le notizie che si aspettava e chiama il mio ufficio segnalan- domi il disguido. In ufficio con- servo le schede e le foto di cia- scun bambino perciò posso rapi- damente risalire al missionario responsabile, capire le cause del ritardo e riferire al donatore. Quante chiamate ricevi in una giornata? Di solito sono circa dieci, che au- mentano specialmente durante le feste di Natale, momento nel quale riceviamo più richieste di adozione rispetto agli altri mesi. C’è un rapporto umano costante con i donatori, che attribuiscono molta importanza al fatto di po- ter sentire una voce e non solo ricevere lettere e email. A volte alcuni chiamano anche solo per fare una chiacchierata... Forse questo è il nostro principale va- lore aggiunto: la presenza di un punto di riferimento, qualcuno che si può chiamare o anche ve- dere di persona, tanti donatori vengono qui in ufficio proprio per poter parlare con una persona reale. sione e per insegnare loro il ri- spetto di altri popoli e culture. Molti sono anche i benefattori anziani che così si sentono an- cora utili. Ci sono anche molte scuole che promuovono adozioni per stimolare i bambini all’acco- glienza del lontano e alla solida- rietà con i poveri del mondo. Ci sono poi donatori che hanno ri- chieste molto particolari e altri che semplicemente dicono di «dare a chi ha più bisogno». Ci sono richieste difficili da soddisfare? Sì, ci sono richieste impossibili. A volte - anche se raramente - qualcuno chiede che il bambino abbia certe caratteristiche speci- fiche come un certo nome o una ben precisa data di nascita. Ov- viamente è quasi impossibile esaudire simili desideri. Succede anche che qualcuno mi chiami per avere informazioni su un bambino adottato trent’anni fa in una missione che è già stata con- segnata al clero diocesano o al tempo di un padre che magari è già andato in paradiso. Allora devo spiegare che normalmente si seguono i ragazzi fino ai 17-18 anni, alla fine della scuola se- condaria o della scuola tecnica, dopo di che diventa quasi impos- sibile mantenere traccia del bambino ormai cresciuto che può anche essersi trasferito in un’al- tra parte del paese. Quali sono le difficoltà princi- pali? Le difficoltà? Beh, tante, certa- mente. C’è chi fa una donazione attraverso un conto corrente, senza scrivere il proprio indirizzo e poi chiama prendendomi a LUGLIO 2012 MC 77 MC RUBRICHE # Foto apertura: piccole studenti di Marialabaja, Colombia. | Sotto a sini- stra: orfanotrofio degli anni Trenta in Kenya. | Qui sopra: bimbi dell’asilo di Sererit, vicino a Baragoi, nord del Kenya. | Sopra a destra: Agnes, nata nel 2009, una bimba dell’orfanotrofio di Tosamaganga in Tanzania. | Pagina seguente: modelli di documenti infor- mativi dal Tanzania, Brasile e Uganda. © AF/MC G. Anataloni, 2009
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