Missioni Consolata - Luglio 2012
LUGLIO 2012 MC 63 servato gli ideali e la visione del mondo originaria di Confucio e Mencio, espressi in un linguaggio e una logica presi dall’Occidente, in modo da divenire comprensibili anche per gli occidentali - spiega Bresciani -. Quanto al rapporto con il marxismo, in genere i nuovi confuciani per principio sono contrari a esso, anche se poi nella pratica sono più tolleranti: dato che la Cina sta uscendo da un secolo di guerre e di caos so- ciale, non è il caso di procurare altro caos cercando di sovvertire lo status quo; è meglio auspicare e favorire un progressivo distan- ziarsi dagli ideali e metodi comu- La riscoperta del confucianesimo non è tuttavia un fenomeno esclusi- vamente calato dall'alto, secondo Bell. Molto si muove anche fuori dal controllo governativo, nelle accade- mie e nella società. «Un secolo fa era necessario ag- giornare il confucianesimo e por- tarlo all’altezza del dialogo con la cultura dell’occidente. Questo la- voro è stato realizzato da tre gene- razioni di filosofi. Hanno buttato via quelle che erano evidenti incrosta- zioni accumulate lungo i secoli, come un’etica familiare fossilizzata in senso paternalistico, una politica autoritaria, la posizione inferiore della donna, e così via. Hanno con- P er secoli lo studio dei classici confuciani rappresentò assieme al superamento degli esami imperiali la via di accesso all'amministrazione del Celeste Impero. I te- sti redatti dai discepoli di Confucio nelle epoche successive, ma a lui attribuiti, sono anche la fonte delle scarne note bio- grafiche sul suo conto. Secondo la tradizione, il maestro Kong - «Confucius» è la latinizzazione del suo nome fatta dai gesuiti - nacque nel principato di Lu (oggi provincia nordorientale dello Shandong) nel 551 a.C. Discendente di una famiglia nobile caduta in disgrazia fu un letterato che intraprese la carriera amministrativa nel suo Stato di ori- gine. Quando le sue proposte di governo furono ignorate, iniziò a peregrinare da uno Stato all'altro offrendosi come consigliere, con scarse fortune, di sovrani e principi, dedi- candosi infine all'insegnamento prima di morire all'età di settantadue anni. Ecco spiegata l'iconografia tradizionale che lo ritrae come un vecchio saggio. Le parole del maestro sono riportate in forma di discorso diretto nei «Dialoghi» (Lunyu) , raccolta degli appunti dei discepoli di Confucio e dei loro allievi. L'opera è annoverata tra i cosiddetti Quat- tro Libri assieme al «Mengzi» (la raccolta dei dialoghi di Mencio, con Xunzi il principale continuatore del confucia- nesimo in epoca antica), al «Giusto mezzo» e alla «Grande scienza». A partire dall'epoca Song (960-1279) con lo svi- luppo del cosiddetto neoconfucianesimo i Quattro Libri ini- ziarono a rivestire sempre più importanza ed essere citati assieme ai Cinque Classici confuciani. Sono queste le opere che la tradizione attribuisce al maestro o delle quali curò la revisione. Le «Primavere e gli autunni» (o Annali dello Stato di Lu) sono comunemente attribuiti a Confucio e rap- presentano un modello per future storie dinastiche. Il mae- stro è inoltre considerato il curatore delle raccolte antologi- che di testi antichi, in poesia ed in prosa conosciute come il «Classico della poesia» (Shijing) e il «Classico dei docu- menti» (Shujing) . Completano la lista dei classici del confu- cianesimo il «Libro dei mutamenti», opera preesistente, e le «Memorie sui riti» (Liji) un lavoro più tardo sulle norme di condotta che la scuola confuciana fa risalire al maestro. An.Pi. N OTE 1 - La prima puntata, dedicata al taoismo, è stata pubblicata sul numero MC di mag- gio 2012 alle pagine 65-71. * Sinologo e giornalista per varie te- state italiane (tra cui Milano Finanza, Il Fatto quotidiano, Lettera 22), An- drea Pira è collaboratore di China-fi- les da tre anni. B IOGRAFIA CONFUCIANA VITA E OPERE DEL MAESTRO nisti, e cioè un’evoluzione piutto- sto che una rivoluzione. Un po’ quello che sta avvenendo» 1 . Andrea Pira* MC ARTICOLI
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