Missioni Consolata - Luglio 2012

carriera. O no? Lei racconta: «Quando stavo nel mio villaggio - Puerto Azul, a 5 giorni di barca da qui - io ero felice. A 22 anni entrai in questo mondo “mo- derno” (io lo chiamo così) e co- minciai a conoscere la preoccu- pazione, la tristezza, la neces- sità, tutte cose che mai prima d’allora avevo conosciuto. Il po- polo indigeno, anche se non ha ricchezza, sorride sempre e vive felice. Qui non è così. Qui esiste la competizione e l’invidia. Per questo mi sento come se avessi due corpi distinti: il corpo indi- geno e il corpo moderno. Qui le persone sfruttano gli indigeni, ancora di più se l’indigeno è una donna. Per di più, quando torno alla mia comunità, è sempre dif- ficile farmi ascoltare, anche se è una sfida che debbo affrontare. La gente pensa che ormai io sia stata contaminata da questo mondo. Pensano che abbia im- parato a mentire. La verità è che io qui non sono felice» 4 . Paolo Moiola MC ARTICOLI © Archivio_Fenamad © Archivio_Fenamad © Arbio © Archivio_Fenamad # A sinistra: il rio Las Piedras nella concessione di Arbio . # Sotto : immagine (rubata) di un po- polo in isolamento a Madre de Dios ( a sinistra ); villaggio indigeno lungo il fiume ( a destra ); donna indigena al lavoro. N OTE 1 - I nomi dei popoli indigeni sono spesso scritti in modi diversi. È possibile per- tanto trovare dizioni differenti di uno stesso popolo. 2 - Il sito (bello) della Fenamad: www.fe - namad.org.pe . 3 - Citazione tratta da Los pueblos amazó- nicos di Walter H.Wust, Edizioni Peisa, Lima 2003, pag. 33. 4 - La prima puntata de «Sulle strade del- l’oro» è stata pubblicata a giugno. Nel prossimo numero, si racconterà l’ope- rato della Caritas nel dipartimento di Madre de Dios.

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