Missioni Consolata - Luglio 2012
LUGLIO 2012 MC 55 I L PROGETTO A RBIO «ADOTTIAMO» UN ETTARO DI FORESTA La straordinaria avventura di Michel e Tatiana, una giovane coppia che ha scelto di dedicare le proprie conoscenze e la propria esistenza alla preservazione della foresta amazzonica peru- viana. Ecco cosa fanno e come ognuno di noi può aiutarli nell’impresa. L ima. Ci sediamo sull’erba di uno dei parchi che so- vrastano la spiaggia di Miraflores, uno dei quartieri più eleganti della capitale. L’incontro è con Michel Saini, italiano di Como, e Tatiana Espinosa, peruviana. Nonostante siano una coppia molto giovane, la loro storia umana e professionale già vale la pena di essere raccon- tata. Laureati in ingegneria ambientale, Michel e Tatiana si sono conosciuti in Costa Rica durante un master in ge- stione e conservazione forestale. Dopo essersi sposati, hanno deciso di unire le proprie forze e competenze scientifiche per difendere la foresta amazzonica di Madre de Dios. «Dal 2003 - racconta Tatiana - lavoro nella re- gione. Nel 2006, dopo 2 anni di attesa, lo Stato peruviano mi ha dato in concessione 900 ettari 1 di foresta, a lato del Rio Las Piedras. Nel 2009, conMichel abbiamo iniziato un progetto per conservare quest’area (più un’altra adia- cente), creando Arbio». Un tempo Madre de Dios era difficilmente raggiungibile. La realtà è cambiata radicalmente con l’apertura della Carretera Interoceanica. Nel confinante Brasile, quest’ul- tima ha generato un grave problema: il disboscamento (fino a 50 chilometri) su entrambi i lati della superstrada per fare spazio all’agricoltura (in particolare, alla mono- coltura) e all’allevamento bovino. Una situazione che po- trebbe ripetersi anche nella regione peruviana. «La parte del dipartimento che guarda a Cuzco - spiega Michel - mostra già le ferite inferte dalle attività minerarie, in par- ticolare dall’estrazione dell’oro da parte dei minatori informali. Dall’altra parte, il problema è la deforestazione e l’espansione della frontiera agricola. Tuttavia, la regione ancora mantiene livelli altissimi di biodiversità, animale e vegetale». Arbio è nata con lo scopo di dimostrare che è possibile salvaguardare l’ecosistema forestale e al tempo stesso generare attività economiche redditizie. Per rag- giungere questi risultati esistono tecniche sperimentate come l’«agroforesteria» (sistema che abbina il bosco con le colture agricole) e la «foresteria analoga», «che - spiega Tatiana - mantiene la struttura del bosco, combinandola con specie compatibili ma economicamente sfruttabili». La foresta integra può essere produttiva in vari modi: i prodotti delle sue innumerevoli piante medicinali, i frutti (come, nello specifico, la pregiata «noce brasiliana»), qualche specie di albero utilizzabile per il legno, alcune forme di turismo sostenibile e di nicchia. La coppia di ingegneri fa affidamento anche sull’effetto di- mostrativo su altre famiglie della zona. «Più famiglie con- vinceremo della bontà dei nostri metodi - spiegano -, più ettari di foresta riusciremo a preservare». Ci stupiamo un po’ che si parli di famiglie e non di multinazionali. In pro- posito, Michel ha le idee chiare: «Loro non si espongono direttamente. Prima mandano avanti i piccoli coltivatori e allevatori, che faranno il lavoro sporco. Soltanto dopo ar- riveranno le imprese». © Arbio © Arbio MC ARTICOLI
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