Missioni Consolata - Luglio 2012
52 MC LUGLIO 2012 PERÚ COME UN SASSO NELLA SCARPA La sede si trova a Puerto Maldo- nado. È una casetta di colore verde con disegni indigeni ad ab- bellire il muro di cinta. All’en- trata, è appesa una piccola targa: Fenamad 2 . L’acronimo sta per Federación Nativa del Rio Madre de Dios y afluentes . Ci incon- triamo con Alicia Fernández Pé- rez, giovane india dell’etnia Yine- Yami. Eletta nel corso del Con- gresso indigeno del dicembre 2010, Alicia è l’unica donna tra le 6 persone che formano il Consi- glio direttivo della Fenamad. «La mia elezione - spiega - è stata una sorpresa che io ho accettato sentendo molto la responsabilità di difendere i diritti dei popoli in- digeni di Madre de Dios, cosa che questa organizzazione fa da oltre 30 anni». La legislazione sui diritti indigeni è ormai abbastanza corposa. A livello internazionale, esistono la Convenzione 169 dell’Organizza- zione internazionale del lavoro datata 1987 e la Dichiarazione delle Nazioni Unite del 2007; a li- vello peruviano, c’è la Legge di consulta previa approvata nell’a- gosto 2011. «È vero - ammette Alicia - che come indigeni ci sono stati riconosciuti molti diritti. Ma cosa succede nella realtà? Che poco o nulla viene rispettato o applicato. Per lo Stato peruviano i popoli indigeni sono un impedi- mento, una pietra nella scarpa. Il presidente Ollanta Humala sta promuovendo qualcosa, ma die- tro ci sono troppi interessi legati ai territori indigeni e alle risorse naturali che questi racchiu- dono». La difesa dei territori è uno dei principali obiettivi della Fena- mad. «Perché - spiega Alicia - un indigeno senza territorio è come un indigeno senza vita. Il suo mondo, la sua crescita, la sua di- versità sono sempre legate al territorio ancestrale». Difenderlo è però un’impresa sempre più complicata. Le invasioni sono al- l’ordine del giorno, soprattutto da quando - erano gli anni Ottanta - in Madre de Dios si è diffusa la «febbre dell’oro». Una febbre che ha contagiato gli stessi indigeni. Delle 32 comunità affiliate alla Fenamad, 12 sono coinvolte nel- l’attività mineraria. «Però - pre- cisa Alicia - lavorano nel territo- rio d’appartenenza e lo fanno per il sostentamento delle proprie famiglie. Ogni nucleo familiare può arrivare ad avere 12-14 figli. Spesso non è sufficiente coltivare la chacra per mantenere tutti. Dunque, considerata la presenza di queste ricchezze minerarie, alcune comunità hanno deciso di trarne giovamento». Altre hanno invece preferito non cercare oro nei propri territori e di impedire ai minatori di en- trare. O di venire a patti con que- # Dall’alto in basso: la targa all’en- trata della Fenamad; la sede del- l’organizzazione a Puerto Maldo- nado; il sorriso di Alicia Fernández Pérez. # Pagina seguente : un pescatore in- digeno; il tragitto della Interocea- nica attraverso Brasile e Perú; an- ziana donna indigena. © Paolo Moiola © Paolo Moiola © Paolo Moiola
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