Missioni Consolata - Luglio 2012

# Qui sopra : padre Artemio Vitores, Vicario Custodiale in Terra Santa. # Sopra a destra : lapide che ricorda la Custodia in Terra Santa, sul convento Santissimo Salvatore a Gerusalemme. # Qui a fianco : rito cristiano ortodosso al Santo Sepolcro, Gerusalemme. MC ARTICOLI Cosa rappresenta Gerusa- lemme? Perché da secoli i po- tenti del mondo se la conten- dono? «Gerusalemme è il cuore del mondo cristiano, è il cuore del mondo ebraico e in parte anche di quello musulmano. Una città che attrae tutti. Il cristianesimo si riassume in due luoghi; alle mie spalle il Santo Sepolcro, dove Cri- sto è morto per i nostri peccati ed è risorto per la nostra salvezza, e un po’ più in là alla mia sinistra il monte Sion, il Cenacolo. Sono, per così dire, i due polmoni del mondo cristiano». La presenza cristiana nella Città Santa è in diminuzione. È un fenomeno preoccupante? «Per capire bisogna parlare di cifre. Nel 1948 fu fondato lo Stato d’Israele, in quei giorni i cristiani a Gerusalemme erano tutti palestinesi e rappresenta- vano il 19,4% della popolazione. Dopo 64 anni l’intera comunità cristiana rappresenta l’1,4% e i cristiani sono divisi in 12-13 gruppi. Se a questa percentuale di residenti si aggiungono i do- miciliati stranieri, si può arrivare al 2,5%. Questo però non deve trarre in inganno, in quanto an- che io dopo 41 anni devo rinno- vare il permesso di soggiorno ogni anno. Vivo con una spada di Damocle sulla testa, in quanto da un anno all’altro possono non rinnovarmi il permesso senza alcuna motivazione. In Italia o in Spagna dopo 5 o 10 anni un lavo- ratore straniero ottiene la resi- denza. Gerusalemme deve es- sere una città aperta, la madre di tutti, non l’amante di uno. Ge- rusalemme è anche una città cristiana, soprattutto una città cristiana, perché Maometto non è nato qua, né c’è morto o vis- suto. Neanche Mosè è mai stato qui, mentre Gesù è morto qui ed è risorto lì di fronte». Come hanno fatto i francescani a mantenere nei secoli la loro presenza? «I frati sono riusciti a restare qui seguendo quanto ha detto Gesù nel Vangelo, “siate semplici come colombe e astuti come serpenti”. Per aprire la stampe- ria che c’è sotto il nostro con- vento ci sono voluti 15 anni di pressioni dell’impero austro-un- garico nei confronti dei turchi, e anche solo l’ampliamento di una chiesa richiede 50 anni di attesa per ottenere i permessi neces- sari. Abbiamo aspettato 10 anni il via libera del governo israe- LUGLIO 2012 MC 17 © Cosimo Caridi © Benedetto Bellesi © Cosimo Caridi

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