Missioni Consolata - Giugno 2012
vito era stato rivolto a tutti i rappre- sentanti delle principali religioni del mondo, ma – ha osservato il cardinale Tarcisio Bertone, Segre- tario di stato Vaticano – l’invito po- trebbe essere esteso anche ai non credenti. Quello di invitare ad As- sisi «alcune personalità del mondo della scienza e della cultura che si definiscono non religiose – ha af- fermato il cardinale – non è solo per il fatto che la costruzione della pace è una responsabilità di tutti, credenti e non credenti, ma, più profondamente, perché siamo con- vinti che la posizione di chi non crede o fatica a credere, possa svolgere un ruolo salutare per la religione in quanto tale, per esem- pio nell’aiutare a evidenziarne pos- sibili degenerazioni o inautenticità che allontanano da Dio». Il quarto incontro di Assisi è stato preceduto da un importante mes- saggio di Benedetto XVI per la gior- nata mondiale della pace del 2011, celebrata come tutti gli anni il 1° gennaio. «Anche l’anno che chiude le porte – ha scritto il papa nel suo messaggio – è stato segnato, pur- troppo, dalla persecuzione, dalla discriminazione, da terribili atti di violenza e di intolleranza religiosi». «In tale contesto ho sentito partico- larmente viva l’opportunità di con- dividere con voi alcune riflessioni sulla libertà religiosa, via per la pace». «Infatti – ha continuato il papa – risulta doloroso constatare che in alcune regioni del mondo non è possibile professare ed esprimere liberamente la propria religione, se non a rischio della vita e della libertà personale. In altre regioni vi sono forme più silenziose e sofisticate di pregiudizio e di op- posizione verso i credenti e i sim- boli religiosi». Il papa si riferiva con queste parole a quanto è accaduto e continua ad accadere dall’India al Medio Oriente, dall’Africa all’America, dove molti cristiani hanno perso la vita a causa della loro fede (25 nel 2010, 26 nel 2011). Il nome forse più conosciuto è quello di mons. Luigi Padovese, assassinato in Tur- chia il 3 giugno 2010, come qualche anno prima, il 5 febbraio 2006, don sfide» che chiamano oggi in causa ogni credente: - «approfondire la propria tradi- zione religiosa, non in maniera selettiva, ma nella piena fedeltà ad essa»; - «incontrare i fedeli di altre reli- gioni in uno spirito di reciproco ri- spetto, fiducia e amicizia»; - infine, «combattere insieme per la promozione della dignità di ogni persona». Il cardinale ha naturalmente am- messo che il dialogo tra religioni diverse non è sempre facile, ma che è importante non abbando- nare la speranza. Ha inoltre pre- cisato che il dialogo «non è e non deve essere considerato come un segno di debolezza da parte del credente. La ragione dell’impe- gno nel dialogo interreligioso non è l’ignoranza o l’insoddisfazione verso la propria religione. Al con- trario, ci si avvicina a un altro credente perché si è fermamente radicati nella propria tradizione religiosa». IL QUARTO INCONTRO DI PACE AD ASSISI L’annuncio di un quarto incontro ad Assisi è arrivato a sorpresa nel 2011, all’Angelus di una dome- nica di aprile, nel momento in cui Benedetto XVI «dialoga» con la moltitudine dei fedeli in Piazza San Pietro. L’incontro interreli- gioso dedicato alla pace e al dia- logo si è svolto il 27 ottobre 2011 in occasione del venticinquesimo anniversario dell’incontro del 1986 con Giovanni Paolo II. L’in- Andrea Santoro. Ma il papa ri- chiama l’attenzione anche su ciò che sta accadendo nel nostro mondo occidentale, dove la reli- gione subisce una crescente emarginazione. La religione, qualsiasi religione, viene sempre più considerata estranea alla so- cietà moderna, se non addirittura destabilizzante, e si cerca con di- versi mezzi di impedire la sua in- fluenza nella vita pubblica e so- ciale. «Agendo così – osserva il papa – non soltanto si limita il di- ritto dei credenti all’espressione pubblica della loro fede, ma si ta- gliano anche le radici culturali che alimentano l’identità profonda e la coesione sociale di numerose nazioni». Il messaggio di Benedetto XVI è una risposta forte e perentoria al- l’intolleranza religiosa, al radica- lismo, alla violenza, poiché, se- condo il papa, i diritti alla libertà religiosa, riconosciuti e sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti umani, sono oggi nuova- mente minacciati da atteggia- menti e ideologie che ostacolano in ogni modo la libera professione della religione. Nella libertà religiosa – ha scritto il papa – trova, infatti, espres- sione la specificità della persona umana ed è alla sua luce che si comprendono l’identità, il senso e il fine della persona. «Il diritto alla libertà religiosa è radicato nella stessa dignità della persona umana» ha affermato; inoltre ha ancora ricordato che la libertà re- ligiosa è la via della pace, senza la quale è impossibile l’afferma- zione di una pace autentica e du- ratura. Malcolm X, il leader afroameri- cano assassinato nel 1965, di- ceva che «non si può separare la pace dalla libertà, perché nes- suno può essere in pace senza avere la libertà». Nel suo mes- saggio il papa ricorda alle grandi religioni e a noi come ora, «nel mondo globalizzato, caratteriz- zato da società sempre più mul- tietniche e multiconfessionali», tutti possiamo costituire un fat- tore di unità e di pace, di dialogo fra tutte le religioni, dialogo che sta molto a cuore a papa Bene- detto XVI in vista del bene co- mune e della pace nel mondo. Giampietro Casiraghi GIUGNO 2012 MC 59 MC RUBRICA # Papa Benedetto XVI al quarto incontro di Assisi il 27 ottobre 2011.
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