Missioni Consolata - Giugno 2012
bertà finisce dove comincia la vo- stra», gli ha fatto eco Martin Luther King. Perché la libertà è come l’a- ria, se l’aria è viziata si soffre e ci si ammala; se l’aria manca o è insuf- ficiente, si soffoca e si muore. LA LETTERA AI GALATI DI PAOLO Il problema della libertà è intima- mente connesso anche con la fede cristiana. Per san Paolo i cristiani sono per definizione «chiamati a li- bertà» (Gal 5, 13), e l’azione salvi- fica di Gesù viene definita libera- zione o redenzione. La lettera di Paolo ai cristiani della Galazia può infatti essere considerata un inno alla libertà. Cristo ci ha liberati da ogni schiavitù «perché restassimo liberi; state dunque saldi e non la- sciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù» (Gal 5, 1). L’azione dello Spirito, scrive Paolo, è sorgente di libertà e ha per fine l’amore. Si tratta dell’amore di Cri- sto riversato nei nostri cuori dallo Spirito, che sconfigge il potere del nostro egoismo. In tal modo il cri- stiano raggiunge la vera libertà e di conseguenza la liberazione dal do- minio della legge. L’uomo che si la- scia guidare dallo Spirito è al di so- pra della legge, e compie libera- mente ciò che la volontà divina chiede. Il tema della liberazione è centrale nell’esperienza ebraico-cristiana e quindi in tutta la Sacra Scrittura. Gesù è annunciato nei Vangeli come colui che porta la liberazione (Lc 4, 18.21). Gli apostoli la consi- derano definitiva (Gv 8, 36) e nelle dichiarazioni successive è specifi- cata come liberazione dal peccato, dalla morte eterna, dal dominio di principio di laicità nel nostro ordi- namento costituzionale. Questo principio va inteso non come in- differenza verso il fenomeno reli- gioso, ma come eguale distanza nei confronti di tutte le confes- sioni. Viene cioè riconosciuta la piena autonomia delle confes- sioni diverse dalla religione cat- tolica e il loro diritto di organiz- zarsi. Il principio stabilito dall’articolo 8 rappresenta perciò uno dei pila- stri dell’ordinamento giuridico italiano. Esso si basa sulla con- statazione dell’esistenza del plu- ralismo delle confessioni reli- giose e sulla libertà religiosa ri- conosciuta a tutte le confessioni. A questo fine, come è affermato nella Carta dei valori della citta- dinanza e dell’integrazione dell’a- prile 2007, «l’Italia favorisce il dialogo interreligioso e intercul- turale per far crescere il rispetto della dignità umana e contribuire al superamento di pregiudizi e in- tolleranze». La libertà religiosa s’innesta, dunque, nel grande albero dei di- ritti umani, della libertà e della dignità dell’uomo. In altre parole la libertà è l’ambito dentro cui ha origine e si attua la libertà reli- giosa. Ne è un aspetto fondamen- tale e irrinunciabile. Nell’affer- marla o negarla, molto dipende dal valore che diamo alla libertà senza fraintendimenti o limita- zioni dettati da pregiudizi o ideo- logie. «Possiamo essere liberi solo se tutti lo siamo», scriveva il filosofo Georg Hegel; «La mia li- satana e dal male, dalla schiavitù della carne e dalla legge. La libe- razione da queste schiavitù ha avuto con Cristo una manifesta- zione nuova, aperta a promesse definitive. Dio, facendosi cono- scere per mezzo di Cristo come liberatore e salvatore, ha così di- mostrato il suo vero volto al- l’uomo e nello stesso tempo l’uomo è uscito dalla sua aliena- zione e ha ricuperato il suo rap- porto diretto e liberante con Dio. Senza questo rapporto con Dio che libera, la fede cristiana è morta e mortificante, si perde in pratiche alienanti e pagane ed è priva di forza interiore e missio- naria. Il termine di questo cam- mino di liberazione è l’amore, la capacità di amare e di volere il bene di tutti gli uomini. IL CONCILIO VATICANO II Tuttavia, il cammino verso la li- bertà, specialmente in questi ul- timi secoli, non è stato un cam- mino esclusivo dei cristiani, la cui fede anzi da varie parti è stata ac- cusata di essere un impedimento alla libertà. L’illuminismo ha par- lato di libertà al di fuori e anche contro la società cristiana del tempo. La sinistra hegeliana, e in particolare Marx, ha sostenuto che la religione è una forma di schiavitù e di alienazione e quindi non può presumere di parlare e guidare alla libertà. Nietzsche ha prefigurato nel «superuomo» l’i- deale della persona libera da ogni infantilismo religioso. Freud e la psicanalisi hanno indicato la via di un’autentica liberazione che porta l’uomo alla maturità e MC RUBRICA
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