Missioni Consolata - Giugno 2012
PREPARAZIONE IMMEDIATA L’Allamano e il Camisassa col- sero l’occasione al balzo e inten- sificarono la preparazione dei primi. Pestalozza e il vicario mons. Allgeyer avevano sugge- rito di mandare solo un piccolo gruppo ad iniziare, non più di cin- que. Furono scelti quattro tra i giovani sacerdoti e laici che ave- vano cominciato vita comune nella prima casa madre dell’Isti- tuto (la Consolatina): p. Filippo Perlo e p. Tomaso Gays e i fratelli laici Luigi Falda e Celeste Lusso. Essi si legarono al nuovo istituto per un impegno di cinque anni giurando nelle mani dell’Alla- mano il 13 aprile 1902. Gli ultimi mesi prima della partenza furono intensissimi. L’Allamano vietò loro ogni impegno pastorale nella città e passarono i loro giorni in preghiera, studio e la- voro. Oltre all’inglese, studiarono medicina (tropicale), oculistica e chirurgia. Impararono fotografia (ripresa, sviluppo e stampa, ma- neggiando le pesanti macchine fotografiche a soffietto con lastre 13x18 e 10x15). Visitarono musei, rivare notizie piene di speranza. Poi tutto subì un’accelerazione improvvisa. Il dott. Hinde, sotto- commissario inglese per la re- gione del Muran’ga - allora Fort Hall -, aveva chiesto al Vicario Apostolico di mandare dei mis- sionari presso il capo kikuyu Ka- roli, moderatamente favorevole agli inglesi, che era interessato ad averli per aprire una scuola nel suo villaggio. Ma, da buon protestante, il dott. Hinde aveva fatto la stessa richiesta anche alle società missionarie prote- stanti. Chi arrivava prima si mangiava tutto! I protestanti erano ricchi di mezzi e perso- nale, mentre i Padri dello Spirito Santo non avevano allora né mezzi né personale per una pronta azione. I nuovi missionari della Consolata - inesperti, ma ben organizzati e con mezzi suf- ficienti - erano davvero mandati dalla provvidenza. approfondirono agricoltura e scienze naturali e praticarono l’arte di imbalsamare insetti e animali. Si dedicarono con impe- gno a meccanica, idraulica, cal- zoleria e falegnameria. Ebbero anche lezioni di equitazione. Partirono a maggio, in accordo con mons. Allgeyer, per evitare le grandi piogge e permettere allo stesso vicario di accompagnarli fino a destinazione. Ricevettero il crocefisso del mandato missio- nario il 3 maggio; il 7 fecero visita al card. Richelmy (arcivescovo al- lora di Torino) che non solo li be- nedisse ma si chinò a baciare loro i piedi (fatto rimasto segreto per anni); l’8 partirono da Porta Nuova in treno per Marsiglia sa- lutati dall’Allamano, dal Cami- sassa (che aveva curato al detta- glio tutta l’organizzazione della spedizione) e un po’ di parenti. L’avventura era cominciata. Di quel viaggio diede puntuale relazione il p. F. Perlo con un vi- vacissimo diario ricco di annota- zioni, preziose informazioni e splendide foto che fu pubblicato a puntate su «La Consolata». Chissà se un giorno troveremo il tempo e i mezzi per ripubblicare quelle pagine così emozionanti. Gigi Anataloni MC ARTICOLI
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