Missioni Consolata - Giugno 2012

nel settembre 1900 - l’istituto non era ancora stato fondato! - di accogliere i nuovi missionari nella parte sud del suo vicariato, «nella regione del medio e alto fiume Tana fino al quarto grado di latitudine settentrionale». Tutto bene allora? Macché. Pro- prio in quei tempi giunsero noti- zie da un esploratore che il fiume Tana non era navigabile se non per un brevissimo tratto. Inoltre risultava che la regione (da affidare ai nuovi missionari) era praticamente spopolata a causa di bande di Somali che vi facevano continue razzie. Al che gli inglesi, i quali stavano conso- lidando il loro controllo sul Kenya, proibirono a qualsiasi missionario di mettere piede da quelle parti, perché un eventuale massacro di europei sarebbe stato un grave smacco per il loro prestigio e autorità di fronte agli indigeni. L’Allamano e il Cami- sassa erano continuamente informati della situazione dal console generale d’Italia a Zan- zibar, il cav. Giulio Pestalozza. Ma chiusa una porta, ecco che se ne aprì un’altra. Era stata inau- gurata da poco la ferrovia Mom- basa-Kampala, in Uganda, e i Padri dello Spirito Santo ave- vano, nel 1899, stabilito la mis- sione di Saint Austin (S. Ago- stino) a Nairobi, un villaggio nuovo nato attorno alla stazione ferroviaria e avvantaggiato da acque fresche (nai-robi in maa, la lingua Maasai) e clima salubre senza malaria. Da Nairobi sa- rebbe stato facile organizzare una spedizione verso il Lago Ro- dolfo (oggi Turkana) e da là rag- giungere il tanto agognato Galla. Le trattative si intensificarono, da Zanzibar cominciarono ad ar- 54 MC GIUGNO 2012 ITALIA # Qui: la foto n. 1 dell’Archivio Fotografico Storico IMC, una nitidissima lastra 13x18 pubblicata per la prima volta su «La Consolata» n. 3/1903, p. 37 per il- lustrare il dettagliato e brillante diario di viaggio di F. Perlo. Il cielo d’Africa è nostro, perché l’originale è stato irre- parabilmente danneggiato. Vi si vede la prima missione, adattata negli edifici lasciati a Tuthu (o Tusu , come si scri- veva allora) dall’avventuriero scozzese Boyes che con la scusa di comperare avorio aveva terrorizzato, razziato, ru- bato e violentato nella regione, fino a farsi espellere dagli inglesi stessi. # Sopra: una delle prime foto del capo Karoli o Karòri, il «capo principale dei Kikuju, in atteggiamento guerresco». È la foto n. 8 dell’archivio, pubblicata per la prima volta nel marzo 1904.

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