Missioni Consolata - Giugno 2012
GIUGNO 2012 MC 53 MC ARTICOLI LUNGA PREPARAZIONE L’Allamano portò in cuore il desi- derio di fondare un istituto mis- sionario per molti anni. Per lui il 29 gennaio 1901, giorno ufficiale della fondazione del nuovo isti- tuto, fu il punto di arrivo di un lungo cammino fatto di rifles- sione, discernimento e paziente ricerca. Voleva offrire all’abbon- dante clero piemontese la possi- bilità di un servizio missionario e per questo si consultò per anni con amici, santi come il Cotto- lengo e autorità ecclesiastiche romane. Una volta chiarito che doveva fondare il suo istituto, si trovò di fronte alle nuove regole di Propaganda Fide (il ministero vaticano incaricato delle mis- sioni) che richiedevano un pe- riodo di tirocinio missionario ai nuovi istituti prima che venisse loro affidata un’area da evange- lizzare. L’Allamano, per un affetto suo speciale verso il card. Massaia, apostolo dell’Etiopia, sognava di mandare i suoi missionari pro- prio sulle orme di un così grande pioniere dell’evangelizzazione. Ma... più facile a dirsi che a farsi: l’istituto non esisteva ancora, l’Etiopia era affidata ai frati cap- puccini francesi ed era un’im- presa trovare qualcuno disposto ad accogliere dei missionari in cerca di esperienza. Con l’Etiopia in mente, l’Alla- mano e il suo braccio destro, Giacomo Camisassa, comincia- rono una fitta corrispondenza - durata anni - con i cappuccini francesi e contemporaneamente anche con i Padri dello Spirito Santo ( Pères du Saint- Esprit/Spiritains , Holy Gost Fathers / Spiritans, o Spiritani ) a cui era affidato il confinante Vi- cariato Apostolico di Zanzibar. I confini allora erano incerti. Il Vicariato dei Cappuccini in Etio- pia confinava a sud con quello dello Zanzibar in modo impre- ciso al quarto o quinto parallelo Nord e c’era allora la convin- zione che fosse possibile arri- vare in Etiopia navigando il fiume Tana partendo dalla costa del Kenya. LA MANO DELLA PROVVIDENZA Lettera dopo lettera le trattative proseguirono, fino a che il Vica- rio Apostolico dei Galla accettò,
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