Missioni Consolata - Giugno 2012

46 MC GIUGNO 2012 porre la questione è Raffaele De Cicco, attuale coor- dinatore dell’Unsc, dal 1994 nello staff governativo che gestisce il Scn. «L’utilità del servizio civile è sotto gli occhi di tutti. Mi auguro che si trovino i finanzia- menti e venga rilanciato: ne va dei rapporti tra citta- dini e istituzione», sentenzia De Cicco. A lla fine si torna sempre lì, alla questione dei fondi: dai 121 milioni di euro del 2002 si è raggiunta quota 296 milioni nel 2007, ma si è poi sprofondati agli attuali 68 milioni. Per il 2013 l’Ufficio nazionale esaurirà gli 80 milioni che ha ancora in cassa (utili per 15 mila partenze). Ma poi? Il ministro Andrea Riccardi ha detto pubblicamente che si sta impegnando presso il presidente del Consi- glio Mario Monti e il suo governo a reperire i finan- ziamenti; molti politici e volti noti della società civile e dello spettacolo sono scesi in campo appoggiando anche l’idea di Servizio civile universale, lanciata dalla testata del non profit Vita (tra gli altri Romano Prodi, don Antonio Mazzi, i comici Giovanni e Gia- como); ex volontari e rappresentanti hanno lanciato appelli ( vedi riquadro su F-35 ). Si cercano nuove soluzioni, ad esempio potenziando il Servizio civile regionale, attivo dal 2004 in molte regioni, in coordinamento con quello nazionale. Sono in discussione in Parlamento varie proposte di ri- forma del Scn, una delle quali in merito all’apertura dell’anno di servizio pure a stranieri e seconde gene- razioni. A inizio 2012 tutte le partenze erano state bloccate, perché un tribunale aveva dato ragione a un ragazzo pachistano che era stato rifiutato, rite- nendo tale rifiuto un atto discriminatorio. Poi è arri- vato lo sblocco, ma solo con l’impegno della politica per allargare al più presto le maglie della legge. Insomma, siamo di fronte a un cantiere pieno di belle speranze, a ben vedere. «Ma siamo molto preoccu- pati; speriamo in un orizzonte più sereno di qui a poco, evitando così la paralisi», auspica Primo Di Blasio, che oltre a essere referente della Focsiv copre il ruolo di presidente della Conferenza nazionale de- gli enti di servizio civile (Cnesc), rete che da 20 anni racchiude tutti i più grandi enti di servizio civile. Per capire cosa perderebbe la società basta citare qualche dato degli studi che periodicamente compie l’Irs, Istituto per la ricerca sociale: i 1.116 giovani di Arci servizio civile, in servizio nel 2009, sono costati allo Stato 6,7 milioni di euro (433 euro al giorno più contributi), ma il ritorno sulla collettività, calcolato equiparando gli stipendi di categorie lavo- rative con mansioni affini, è stato di 22,9 milioni, ovvero quasi quattro volte tanto e un risparmio per l’erario di 16,2 milioni. Un capitale sociale enorme, senza eguali nell’Italia di oggi. Anche perché, dicono gli esperti dell’Irs, «chi ha svolto il servizio, una volta conclusa l’esperienza, ha molta più propensione al volontariato, alla vita as- sociativa e ad azioni di cittadinanza attiva». La speranza è che il governo dei tecnici lo tenga ben presente. DATI VOLONTARIATO E SERVIZIO CIVILE

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