Missioni Consolata - Giugno 2012

44 MC GIUGNO 2012 della Caritas italiana, ma dal 2006 al 2008 direttore proprio dell’Unsc, quindi profondo conoscitore dei meccanismi di finanziamento del servizio civile. «È chiaro che noi, enti, sopravvivremmo lo stesso senza i volontari in servizio. Ma sarebbe davvero un grave errore chiuderlo, perché i fatti dimostrano che la fun- zione educativa per i giovani stessi e il ricavo che la comunità trae dal loro impegno è fondamentale», ra- giona Cipriani, che ai 15 mesi dell’allora leva obbliga- toria aveva preferito, nel 1987, i 20 mesi di servizio ci- vile alternativo, aiutando i volontari della Caritas di Bari. Come dar loro torto? Per capire che tipo di espe- rienza abbiamo di fronte basta sentire solo alcune delle voci delle migliaia di volontari che partono ogni anno da e per ogni regione d’Italia. Dai 178 del primo anno si è passati ai 7.865 del 2002, al record di 45.890 nel 2006, fino alla caduta libera degli ultimi anni, con il 2012 che vedrà un massimo di 19 mila invii, con par- tenze scaglionate mese per mese, proprio per pro- blemi economici nel reperire tutti i fondi per farli partire assieme, come è avvenuto fino al 2011 (vedi tabelle a pag. 46-47). In queste cifre si nota una mar- cata prevalenza di ragazze (67%), con un recupero delle presenze maschili negli ultimi anni, e un’età me- dia sui 24 anni. Le testimonianze sono una diversa dall’altra, ma in comune hanno tutte il fatto che, comunque sia an- data, l’anno di servizio civile non lo si dimentica af- fatto. Né lo dimenticano i beneficiari. «È un’espe- rienza che rimarrà per sempre. Io alla fine del servi- zio ho anche continuato al progetto come volonta- ria», spiega Charlotte Cesareo, 27 anni, che ha svolto il Scn nel 2010 per Arci servizio civile come «braccio destro dell’avvocato che aiuta gratuitamente nelle pratiche chi è in attesa del permesso umanitario». Lei, tramite il progetto «L’officina dei diritti», accom- pagnava i rifugiati in questura, ospedale e altri luoghi «per loro spesso fonte di preoccupazione». Aggiunge ancora la ragazza: «All’inizio è stata dura, poi capisci il tuo ruolo e diventa un’esperienza unica». La scelta di Angelo Sgandurria, leccese, che oggi ha 28 anni, è peculiare: «Ho iniziato il servizio civile per l’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism), nel dicembre 2009. Poche settimane prima ero un mili- tare della capitaneria di porto, sempre in ferma vo- lontaria - racconta - ma ho deciso di cambiare, senza alcuna aspettativa: era la prima volta che incontravo © Uscn - 2007 © © A De Giorgio - 2011 Sopra : Diego Cipriani, ex direttore dell’Unsc, ora responsabile dell’Ufficio servizio civile di Caritas italiana. Sotto: Roma, volontari del servizio civile manifestano a favore dell’Aism (Associazione italiana sclerosi multipla). Pagina accanto: Il ministro Andrea Riccardi e l’on. Marina Sereni durante la tavola rotonda su «Quale riforma per il Scn: proposte a confronto» (marzo 2012). Napoli, Giornata nazionale del Servizio civile 2007.

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