Missioni Consolata - Giugno 2012
GIUGNO 2012 MC 27 P uerto Maldonado. I negozietti che acquistano oro sono uno accanto all’altro, sul lato opposto della piazza che ospita il Mercado Modelo , il più noto mercato della città. Si chiamano Oro Fino, Royal Gold Company, Casa de cambio David. Entriamo in quest’ul- tima con la scusa di chiedere se si cambiano euro, una va- luta poco ambita da queste parti. Sul bancone del negozio c’è una teca di vetro dentro la quale trova riparo una pic- cola bilancia digitale. «Trattiamo soltanto oro», dice su- bito la signora che sta dietro il bancone. Ci spiega che lo pagano 135 soles al grammo (circa 40 euro) e che i clienti sono tutti minatori singoli. Sul bancone c’è anche una bot- tiglietta vuota di mercurio. E questa a che vi serve?, chie- diamo. «A noi nulla. Vendiamo il mercurio ai minatori. Co- sta 400 soles a bottiglietta». Il mercurio - che in Madre de Dios sta avvelenando terreni, acque, pesci e uomini - si può dunque acquistare come un normalissimo prodotto. Finora la richiesta che esso possa essere venduto soltanto dallo Stato non ha trovato il favore della politica (né ovvia- mente del sistema economico). Usciamo e facciamo pochi passi. Sull’angolo c’è il negozio più lussuoso, Oro Fino , una delle aziende commerciali più importanti in Madre de Dios. Il manager esce per indi- carci dove possiamo cambiare euro (la nostra scusa). Si ferma a parlare. Racconta che il negozio fa parte di una ca- tena peruviana che vende soprattutto in Canada. Dice che comprano oro indistintamente da minatori legali e illegali e che il mercato tira. «Arrivano tra i 40 e i 100 clienti al giorno. Di solito, tutti con piccole quantità». Non ci dice che la gran parte dell’oro acquistato sfugge a qualsiasi im- posizione fiscale da parte dello Stato. Entriamo in un altro negozietto, l’ American Gold Trading , che afferma di comprare « oro al mejor precio ». Notiamo subito 3 minatori seduti a lato dell’entrata. Hanno portato il bottino di una notte di lavoro e ora sono in attesa di ca- pire quanti grammi d’oro verranno loro riconosciuti. Non sono contenti della nostra presenza. Due di loro tengono lo sguardo sul pavimento. Soltanto il terzo pare voglioso di conversare, ma viene subito bloccato dalle occhiate dei due compagni. Hanno scavato durante il giorno e la notte hanno setacciato la terra alla ricerca del prezioso metallo. In un angolo relativamente appartato, un addetto del ne- gozio sta scaldando un’amalgama d’oro per separare il me- tallo dal mercurio. Anche quando i minatori arrivano con grani o pepite già ripulite i negozianti effettuano sul pro- dotto un riscaldamento a fiamma viva - operazione chia- mata « refogado final » - al fine di ottenere oro raffinato o puro. È questo che sarà pesato e quindi pagato. Il manager (o proprietario, non è dato saperlo) fa il miste- rioso, ma poi si lascia andare a molti commenti. Dice che questa corsa all’oro ha portato a Madre de Dios gente di tutte le risme, dagli studenti ai criminali. Dice che il go- verno Ollanta vorrebbe fare qualcosa contro l’attività mi- neraria illegale, ma ha paura di rivolte popolari. Ricorda che il 19 febbraio del 2011 l’allora presidente Alan García mandò a Madre de Dios le forze armate e la polizia per spaventare i minatori informali e bombardare dragas y balsas , le imbarcazioni usate per cercare oro nei fiumi. Mentre parliamo, i tre minatori in attesa vengono pagati (in contanti) ed escono dal negozio per allontanarsi veloce- mente dai nostri occhi indiscreti. «Quelli che vengono qui si portano via in media tra i 400 e i 1.500 soles », ci spie- gano . Considerato che in Perú il salariominimo è di 675 so- les mensili, si capisce come la corsa all’oro attiri a Madre de Dios sempre più peruviani. «Ma anche brasiliani e adesso anche indios nativi», precisa il manager dell’ Ame- rican Gold Trading senza nascondere la propria avver- sione. PaoloMoiola T RA GLI ACQUIRENTI DELL ’ ORO QUANTI GRAMMI SONO? A Puerto Maldonado, ci sono decine di negozi che acquistano oro. I clienti sono tutti minatori infor- mali. Svolgono un lavoro durissimo, ma possono guadagnare bene. Peccato che i costi (altissimi) di questo commercio ricadano sulle spalle dell’ambiente e della società.
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