Missioni Consolata - Giugno 2012

MC ARTICOLI razione e ai suoi seguaci / sol- dati impartisce strette regole ri- tuali, come quella di farsi il se- gno della croce prima di com- battere, per evitare di essere uc- cisi, o di disegnare una croce sul petto e sul fucile con olio bene- detto, segno della potenza dello Spirito Santo. Per giustificare la follia omicida e la crudeltà delle azioni imposte ai suoi, asseriva che il popolo acholi andava purificato e conti- nuava a fare un distorto riferi- mento alle Scritture. Di fatto, Jo- seph Kony è accusato di aver ra- pito tra i 60 e i 100 mila bambini e di aver causato due milioni di sfollati interni dal 1986. GLI ANNI PIÙ RECENTI Dopo una prima fase in cui le sue azioni erano state sostenute dal Sudan in funzione anti-Mu- seveni (il presidente ugandese era infatti accusato di appog- giare i ribelli sud sudanesi), nel 2002 l’Lra è stato cacciato dalle forze ugandesi e si è spostato ol- tre confine, prima in Sud Sudan, poi in Repubblica Democratica del Congo, continuando le sue scorribande. Per tutto questo, il 6 ottobre 2005 la Corte Penale Internazionale dell’Aja (Cpi) ha spiccato un mandato di cattura per crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi in Uganda tra il 2002 e il 2004 nei confronti suoi e di altri quattro leader del movimento: il suo vice Vincent Otti e i comandanti Do- minic Ongwen e Okot Odhiambo, oltre a Raska Lukwiya (ucciso dall’esercito ugandese il 12 ago- sto 2006). Nel 2008, erano state avviate delle trattative per giungere a un accordo di pace con il governo ugandese, ma all’ultimo mo- mento Kony si è tirato indietro, dopo aver posto come condizione (ovviamente irricevibile) il ritiro di tutte le accuse a suo carico presso la Corte Penale Interna- zionale. Era stato proprio all’inizio delle trattative che per la prima volta dopo tempo immemorabile Kony aveva rotto il silenzio e rila- sciato un’intervista in video, dal suo nascondiglio nelle foreste del Congo nordoccidentale. Circon- dato da alcuni dei suoi uomini pe- santemente armati, aveva ripe- tuto di non essere il mostro che tutti pensavano: «Mi lasci dire chiaramente cosa accadeva in Uganda – dichiarò nell’intervista –. Museveni andava nei villaggi e tagliava le orecchie alla gente, di- cendo loro che era opera dell’Lra. Io non posso tagliare le orecchie di mio fratello, io non posso strappare l’occhio di mio fra- tello». È stato durante le tratta- tive che è morto Vincent Otti, braccio destro di Kony, che sem- brava voler portare a termine il processo di pace: secondo molti, fu ucciso proprio per questo, su ordine di Kony. Dopo la fine delle trattative, l’Lra ha portato a termine una delle ultime «azioni» su larga scala, il massacro del giorno di Natale del 2008. In quel giorno e nelle tre settimane seguenti, Kony e i suoi hanno colpito a morte oltre 800 persone e rapite altre centi- naia nel Congo nordorientale e in Sud Sudan. L’LRA OGGI Oggi i ribelli continuano a imper- versare nella zona al confine tra il Sud-Est della Repubblica Cen- trafricana (Rca) e il Nord-Est della Rd Congo, nel distretto del- l’Haut-Uélé (provincia dell’Ituri), vivendo in luoghi semidisabitati da cui di volta in volta partono per assalire i villaggi, depre- dando, uccidendo e continuando a rapire civili. Negli ultimi rap- porti dell’Unhcr, l’Alto commis- sariato Onu per i rifugiati, si parla di due morti e tredici rapiti in attacchi portati avanti tra il 6 e il 25 marzo scorsi nel territorio di Dungu (Rdc), altri a Bondo, alla frontiera con la Rca, nel cui territorio sono state uccise quat- tro persone e rapite altre 31, nel corso di otto attacchi alle città di Zemio e Mbocki. A Obo, da otto- bre sono presenti truppe statu- nitensi a sostegno di quelle cen- trafricane e ugandesi. Una delle ultime denunce viene da Human Rights Watch (Hrw): GIUGNO 2012 MC 21 # Soldati ugandesi nella foresta del Congo RD, alla ricerca di Kony (di- cembre 2010). # Un raro ritratto di Joseph Kony nel 2008. ©AP

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